Nel discorso sullo Stato dell'Unione, la presidente della Commissione europea affronta le sfide di difesa e unità europea
È stato il suo discorso sullo Stato dell'Unione più lungo, e forse anche il più difficile. È stata, soprattutto, l'occasione per un estremo richiamo a un'Europa che appare sempre più assediata. La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, dinanzi a un'Eurocamera in parte ostile, in parte perplessa sul suo operato, ha scelto di parlare chiaro su alcuni temi cardine. A cominciare da quello della difesa e del sostegno a Kiev. "L'Europa è in lotta. Una lotta per un continente unito e in pace. Per un'Europa libera e indipendente", ha scandito all'inizio del suo discorso.
Poco prima di entrare in aula, del resto, von der Leyen era stata raggiunta dalle allarmanti notizie che giungevano dal confine orientale della Polonia. Lo sconfinamento dei droni russi rappresenta, agli occhi della numero uno dell'esecutivo europeo, l'ennesimo vademecum sulla necessità del riarmo.
L'appuntamento è a inizio ottobre, quando al Consiglio europeo informale di Copenaghen (Danimarca) von der Leyen presenterà il suo programma in vista del 2030. "L'Europa difenderà ogni centimetro del suo territorio", ha sottolineato, dando alcuni indizi sulle iniziative in cantiere. "L'Ue anticiperà sei miliardi di euro (5,6 miliardi di franchi al cambio attuale) dal prestito del G7 (Gruppo dei sette, di cui fanno parte Canada, Francia, Germania, Regno Unito, Italia, Giappone e Stati Uniti) e stipulerà un'alleanza sui droni con l'Ucraina". Droni che Kiev probabilmente potrà costruire in alcuni dei paesi membri, arrivando ad una scala industriale.
I nuovi prestiti a Kiev saranno possibili attraverso un ampliamento dell'uso degli asset russi, ha aggiunto von der Leyen soffermandosi poi su uno degli aspetti più toccanti del conflitto, quello dei bambini ucraini rapiti. Seduti in aula il giovane Sasha e sua nonna Liudmyla che, con l'aiuto del governo ucraino, riuscì a recuperare il nipote, prelevato dai russi a Mariupol. L'aula, in piedi, ha applaudito. Von der Leyen, dal canto suo, ha annunciato un vertice ad hoc su una delle tante emergenze legate all'offensiva della Russia.
Ucraina, ma anche Gaza. Buona parte del discorso della presidente della Commissione è stata segnata dalle guerre. Sul fronte israeliano - venendo incontro alle richieste dei socialisti ma anche dei Verdi - sono state presentate le maggiori novità. Von der Leyen ha annunciato la sospensione parziale della collaborazione bilaterale tra la Commissione e Israele, un rapporto che vale oltre 30 milioni di euro.
"Proporremo sanzioni contro i ministri estremisti e contro i coloni violenti. Proporremo anche una sospensione parziale dell'Accordo di associazione sulle questioni commerciali", ha annunciato von der Leyen, ricordando, tuttavia, come sul tema i 27 siano divisi. E incappando nella rapida e iraconda reazione del ministro degli esteri israeliano Gideon Sa'ar, che l'ha accusata di essere "influenzata dalla propaganda di Hamas", il movimento islamista al potere a Gaza.
Il richiamo all'unità e all'azione ha fatto da fil rouge ad un discorso che ha toccato anche i temi economici. Von der Leyen ha annunciato un programma per il mercato unico da qui al 2028, ha ricordato che con i pacchetti omnibus le imprese risparmieranno otto miliardi in oneri burocratici, ha anticipato l'inserimento di un criterio Made in Europe anche negli appalti pubblici.
L'Europa, è stato il senso del suo messaggio, resta un continente aperto ma anche pronto a proteggere i suoi interessi. Interessi che, secondo von der Leyen, la Commissione ha difeso nell'intesa sui dazi con gli USA. Dall'accordo - ha rimarcato - giunge "una stabilità fondamentale nelle nostre relazioni in un momento di grave insicurezza globale".
Parole accolte dai mugugni dell'aula, alle quali l'ex ministra tedesca ha risposto esortando l'Europa ha lavorare su due fronti: i partenariati con i paesi terzi che non siano gli USA (a cominciare dai paesi del Mercosur, ossia Argentina, Bolivia, Brasile, Paraguay e Uruguay) e un'azione incisiva nei settori dove oggi l'UE può primeggiare, come quello della ricerca.
L'alloggio (con l'annuncio di una conferenza ad hoc), riforme dei Trattati per ridurre il potere di veto, possibile revisione dello stop alle auto a benzina al 2035 ma senza perdere di vista che il futuro "è elettrico": in ogni tema von der Leyen ha tentato di venire incontro ai vari pezzi della sua maggioranza. Incassando, probabilmente, uno degli ultimi bonus di fiducia a cui è disposta l'Eurocamera.