Il governo laburista di Starmer e Farage si scontrano su espulsioni di massa e accordi post-Brexit
È scontro su più fronti fra il governo laburista britannico del premier Keir Starmer, in crisi di consensi e conclamata difficoltà per la gestione del dossier migranti, e Nigel Farage, leader del trumpiano Reform UK, forte invece del primo posto nei sondaggi e in piena attività nonostante il periodo estivo e la pausa dei lavori parlamentari.
Nick Thomas-Symonds, ministro dell'Ufficio di Gabinetto incaricato del dossier delle relazioni europee, ha tentato oggi di contrastare l'ormai fissa presenza sui media dell'ex tribuno della Brexit criticandolo per le sue parole sul reset dei rapporti tra Londra e Bruxelles e per il suo drastico piano presentato ieri per i rimpatri di massa dei migranti arrivati nel Regno Unito, con l'obiettivo di 600 mila espulsioni in cinque anni.
Thomas-Symonds ha accusato Farage di "voler portare la Gran Bretagna al fallimento" dopo che il leader di Reform aveva evocato l'annullamento della "partnership strategica" post-Brexit raggiunta lo scorso maggio da Starmer con Bruxelles. Non si è fatta attendere la replica di Farage secondo cui il Labour ha tradito lo spirito del divorzio britannico dall'Unione allineandosi alle norme di Bruxelles senza alcun dibattito in Parlamento.
Lo scontro è proseguito sui migranti, col ministro che ha accusato il leader populista di "offrire risposte facili, dividendo le comunità, alimentando la rabbia". Dal canto suo Farage, dopo il clamore suscitato dal piano lanciato ieri, da attuare qualora il suo partito vinca le elezioni politiche del 2029, ha fatto una parziale marcia indietro. Ha affermato che inizialmente nel meccanismo da lui pensato per la detenzione immediata e l'espulsione di chiunque sbarchi illegalmente sulle coste inglesi non saranno inclusi donne e bambini, a differenza di quanto detto in precedenza.
Allo stesso tempo ha annunciato che Reform ha il suo primo deputato nell'Assemblea legislativa scozzese di Edimburgo, dopo che Graham Simpson ha lasciato i Conservatori ed è passato al partito di Farage.