Estero

Incontro tra Rubio e Wang apre la strada a un possibile viaggio di Trump in Cina

Colloqui costruttivi in Malesia tra Usa e Cina per un summit tra Trump e Xi Jinping

11 luglio 2025
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Stati Uniti e Cina accelerano sul disgelo. L'incontro in Malesia tra il segretario di Stato americano Marco Rubio e il ministro degli Esteri cinese Wang Yi è stato "pragmatico", "costruttivo" e "molto positivo", a detta dei protagonisti.

I loro primi colloqui de visu, a margine della ministeriale Asean di Kuala Lumpur, ha impresso una spinta al possibile summit tra i leader Donald Trump e Xi Jinping, con l'ipotesi più accreditata di una missione del tycoon in Cina per la seconda volta dopo il 2017.

Rubio, nei suoi commenti alla fine dei colloqui, ha detto di ritenere "alte" le probabilità di un atteso e auspicato vertice tra presidenti, nel mezzo delle tensioni geopolitiche e della scadenza della tregua alla guerra commerciale scatenata dai dazi di Trump. C'è "un forte desiderio reciproco" di organizzare un summit tra i rispettivi leader, ha notato l'ex senatore della Florida, "ma sono sicuro che accadrà, perché il presidente, entrambi i presidenti, lo vogliono".

Durante i colloqui telefonici del 5 giugno, Xi ha invitato Trump a visitare ancora la Cina, cosa per cui The Donald ha espresso "un sentito apprezzamento", in base al resoconto dato nell'occasione dal ministero degli Esteri cinese. Rubio ha posto l'accento sull'importanza di "dialogo e comunicazione regolari" tra i due Paesi per contribuire a stabilizzare le relazioni ("andrebbe a beneficio del mondo").

La cartina di tornasole sugli scenari che tendono alla schiarita l'ha fornita la lettura dei colloqui di Pechino, nella cui nota è scomparso a sorpresa il dossier Taiwan, la prima linea rossa invalicabile per la leadership mandarina, finora immancabile nelle comunicazioni di alto livello, per rivendicare la sovranità di Pechino sulla provincia ribelle.

Le due parti hanno concordato di "rafforzare la comunicazione in vari campi e a tutti i livelli" e di esplorare anche nuovi campi di cooperazione, "pur gestendo le divergenze". Wang ha auspicato che Washington consideri Pechino "in modo obiettivo, razionale e pragmatico" e che formuli la sua politica sulla Cina di "coesistenza pacifica e cooperazione reciprocamente vantaggiosa" all'insegna di rapporti sviluppati "in modo paritario, rispettoso e di vantaggio reciproco".

Altri indizi sul summit presidenziale sono emersi la scorsa settimana, quando Bloomberg ha riferito che l'amministrazione Usa ha contattato diversi capi della Corporate America per valutare il loro interesse ad accompagnare Trump in un possibile viaggio in Cina, sull'esempio del modello seguito per la missione in grande stile nella penisola arabica. Poi c'è anche il vertice dei leader dell'Apec, atteso, tra fine ottobre e inizio novembre, in Corea del Sud.

Se si profila un calo delle tensioni tra Usa e Cina, l'Ue è invece nell'occhio del ciclone: sia per l'arrivo della 'lettera' sui dazi di Trump, sia per il deterioramento dei legami con Pechino. Da ultimo, il Dragone ha negato i sospetti di archiviazione illegale di dati personali con la piattaforma social TikTok, contestando l'indagine avviata dall'autorità di regolamentazione irlandese che aiuta l'Ue in materia di privacy.

Mentre la rappresentanza cinese presso l'Ue ha accusato il Parlamento di Strasburgo di "politicizzare e trasformare ogni questione commerciale in una questione di sicurezza". La colpa? Aver approvato una mozione di condanna della stretta mandarina all'export delle terre rare.