Estero

Tensione tra Iran e Occidente per la sicurezza di Khamenei

Possibile uccisione della Guida Suprema iraniana potrebbe innescare una risposta senza limiti, avverte un funzionario

22 giugno 2025
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"La più rossa delle linee rosse": così "un alto funzionario" iraniano citato dall'agenzia Reuters ha definito la possibile uccisione da parte israeliana o americana della Guida suprema Ali Khamenei. Una mossa del genere "chiuderebbe la porta a ogni negoziato e innescherebbe una risposta senza limiti e senza restrizioni", ha avvertito la fonte. Mentre altri media internazionali parlano di difficoltà della leadership iraniana a mantenere la catena di comando a causa dell'isolamento di Khamenei, riparato in un rifugio sotterraneo per sfuggire ai raid che hanno già portato all'eliminazione di diversi comandanti delle Guardie della rivoluzione e delle forze armate regolari.

Due funzionari Usa citati dal quotidiano online Axios hanno affermato che proprio le difficoltà del presidente Masoud Pezeshkian e del ministro degli Esteri Abbas Araghchi a consultarsi con la Guida suprema hanno fatto fallire un tentativo di mediazione del presidente turco Recep Tayyip Edogan, che cercava di organizzare nei giorni scorsi un incontro a Istanbul tra iraniani e americani, approvato dal presidente Usa Donald Trump.

Le voci più disparate si rincorrono nelle ultime ore sulle decisioni che Khamenei potrebbe prendere, non solo in merito allo scontro con Israele e gli Stati Uniti, ma anche sulla riorganizzazione del potere nell'ambito della crisi più grave che la Repubblica islamica si trova ad affrontare dalla fine della guerra con l'Iraq, nel 1988. Secondo la televisione di opposizione Iran International, con base a Londra, l'Ayatollah avrebbe trasferito temporaneamente alcuni poteri al Consiglio delle Guardie della rivoluzione (i Pasdaran) proprio per le difficoltà nel gestire la linea di comando. La situazione di emergenza avrebbe insomma accelerato quella trasformazione del regime che alcuni osservatori predicono da anni, con un riequilibrio del potere a vantaggio dell'ala militare a spese di quella religiosa.

Negli ultimi giorni, tra l'altro, nelle strade di Teheran sono ricomparsi dopo diversi anni i posti di blocco dei Basiji, il corpo dei volontari inquadrato nelle fila dei Pasdaran. Una mossa confermata oggi dalla portavoce del governo, Fatemeh Mohajerani e che potrebbe essere dettata anche dalle preoccupazioni per il mantenimento dell'ordine pubblico in una situazione che si sta fortemente deteriorando anche dal punto di vista economico a causa del blocco di molte attività e al parziale spopolamento della capitale dovuto alla fuga di molti abitanti, che lasciano incustodite le loro case.

Diversi media riferiscono anche che Khamenei avrebbe preso decisioni concrete sulla sua successione in caso di morte, un argomento finora ignorato dai mezzi d'informazione statali iraniani, nonostante la Guida abbia 86 anni. Il New York Times ha parlato di una rosa di tre nomi, che rimangono al momento segreti. Secondo la stessa fonte, non ne farebbe parte il figlio Mojtaba, di cui si parla da anni in Iran come ispiratore di molte decisioni del padre e come possibile nuova Guida.

Quanto alla "linea rossa" rappresentata dalla vita - o dalla morte - di Khamenei, nei giorni scorsi anche la massima autorità religiosa sciita dell'Iraq, il Grande Ayatollah Ali al Sistani, ha avvertito di possibili "conseguenze disastrose sulla regione" che potrebbero derivare dalla sua uccisione, rischiando di alimentare "un caos diffuso". Parole che vengono da un leader spirituale che in passato non ha manifestato eccessive simpatie per lo stesso Khamenei, ma che lasciano intravedere i timori che un evento del genere possa infiammare le masse sciite nello stesso Iraq, che ospita basi americane, e in altri Paesi della regione. Tra questi il Bahrein, dove ha sede la Quinta Flotta statunitense e che nel 2011 vide una rivolta della maggioranza sciita contro la casa regnante sunnita.