Il presunto killer ha lasciato un manifesto con nomi di politici e gestori di cliniche abortive

In una politica americana sotto shock, la caccia al killer di Minneapolis (Minnesota, USA) prosegue senza sosta. V. B. ha fatto perdere le sue tracce dopo aver ucciso la deputata alla Camera dello Stato Melissa Hortman e il marito e aver ferito il senatore locale John Hoffman e sua moglie. Poco prima di entrare in azione ha scritto ai suoi coinquilini: "Vi voglio bene, non volevo finisse così. Potrei morire a breve".
V. B. viveva in una stanza in affitto e venerdì aveva pagato quattro mesi anticipati. A D. C., uno degli inquilini, aveva detto di aver bisogno di riposo. Nulla però lasciava immaginare un gesto folle come quello che poi ha portato a termine. "Non ho idea di cosa stesse pensando", ha ammesso D. C. riferendo che V. B., suo amico di vecchia data, di recente era alle prese con difficoltà economiche e psicologiche.
"Stava cercando lavoro ma forse le cose non hanno funzionato, forse si è arreso e ha deciso di andarsene nel tripudio della gloria", ha aggiunto raccontando che a V. B. non piaceva parlare di politica e aveva votato per Donald Trump quale presidente degli USA nel 2024. Nel manifesto trovato nell'auto del presunto killer sono stati trovati 70 nomi di politici, inclusi tutti i democratici al Congresso del Minnesota, oltre che dei gestori di alcune cliniche in cui si pratica l'aborto.
Mentre la Polizia locale e la Polizia federale (Fbi) stanno passando al setaccio ogni possibile pista con l'obiettivo di non lasciare nulla di intentato e catturare il prima possibile il fuggitivo, nuovi dettagli sul passato di V. B. stanno emergendo.
Il presunto killer era un cristiano evangelico fermamente contrario all'aborto e, insieme alla moglie, gestiva una società di sicurezza privata, la Praetorian Guard Security Services. Di recente lavorava sei giorni alla settimana in due imprese di pompe funebri per "arrivare a pagare i conti" a fine mese, ha detto in un video postato in rete.
Un lavoro che svolgeva dopo avere frequentato nel 2023 e 2024 un corso in linea sulle scienze mortuarie, che si aggiunge al suo dottorato in leadership, al master in scienze del management e alla laurea in relazioni internazionali. Prima della società di sicurezza con la moglie, ha gestito un negozio 7-Eleven a Minneapolis, ma è stato anche il direttore di una stazione di servizio a St. Paul, sempre nel Minnesota.
Più di recente su LinkedIn si è descritto come l'amministratore delegato di Red Lion Group, azienda nella Repubblica democratica del Congo impegnata a creare posti di lavoro per la popolazione locale. V. B. e sua moglie in passato dirigevano un'organizzazione senza scopo di lucro chiamata Revoformation Ministries e una versione archiviata del suo sito web – riporta il quotidiano The Washington Post – chiamava il presunto killer "reverendo" affermando che era stato ordinato sacerdote nel 1993. "Prima dell'11 settembre, V. B. aveva già compiuto viaggi in diverse zone di Gaza e della Cisgiordania – si legge sul sito. Si rivolgeva ai militanti islamici per condividere il Vangelo e dire loro che la violenza non era la risposta".
Le autorità ritengono che V. B. sia ancora in Minnesota, ma hanno diffuso le sue foto anche negli Stati vicini, oltre che alle autorità di confine qualora tentasse di fuggire in Canada. Il suo gesto ha gettato la politica americana sotto shock confermando un trend in atto da anni, ovvero che la violenza di matrice politica è divenuta routine in un'America sempre più spaccata un po' come lo sono le sparatorie di massa nelle scuole.