Estero

Nuove condanne per la gang di pedofili di Rochdale

Sette uomini riconosciuti colpevoli di abusi su minori tra il 2001 e il 2006 nel sobborgo di Manchester

13 giugno 2025
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Nuove condanne a scoppio ritardato di fronte alla giustizia britannica per alcuni dei componenti d'una gang di pedofili di origine pachistana accusati di abusi collettivi ripetuti compiuti per anni fra il 2001 e il 2006 nella zona di Rochdale, sobborgo di Manchester nel nord dell'Inghilterra.

Abusi al centro di polemiche protrattesi nel tempo poiché coperti a lungo - secondo i media - da forme di omertà in seno alla comunità locale, ma anche da negligenze investigative ed esitazioni attribuite alle autorità politiche della zona (dominata tradizionalmente dal Labour a livello elettorale) per ragioni di consenso, di adesione al "politically correct" o per timore di alimentare una generale ostilità verso i tanti britannici di origine asiatica.

La sentenza odierna riguarda sette uomini di età compresa fra i 67 e i 39 anni, in parte imparentati fra loro, già condannati al carcere in passato per altri episodi e riconosciuti ora colpevoli dinanzi alla Manchester Minshull Street Crown Court di stupri, violenze e aggressioni sessuali perpetrate a più riprese nel corso di 5 anni nei confronti di altre due ragazzine. Le ultime vittime, venute alla luce sulla base di nuove denunce ed elementi raccolti dalla polizia dopo la riapertura a più vasto raggio delle indagini, sono state indicate durante il processo come "Girl A" e "Girl B": in modo da tutelare la riservatezza sulla loro identità. L'accusa ha sottolineato come per anni siano state trattate alla stregua di giovanissime "schiave sessuali" dalla banda e, a partire dall'età di soli 10 anni, messe in contatto come "prostitute" con decine e decine di uomini: fino a 200 secondo la testimonianza di una di loro.

Uno scenario di orrore e sfruttamento creato approfittando del loro vissuto "problematico", della marginalità sociale in cui le ragazzine (come altre vittime) erano cresciute e con la dipendenza minorile indotta da droghe, alcolici e sigarette. Il campo d'azione dei maniaci gravitava attorno a un mercato in cui il presunto capoclan, il 64enne Mohammed Zahid, e due degli altri coimputati, Mustaq Ahmed, di 67 anni, e Kasir Bashir, di 50, spadroneggiavano fra i venditori ambulanti.