Nonostante la sconfitta militare, il partito sciita mantiene il consenso popolare nelle regioni meridionali
Sei mesi dopo la devastante sconfitta inflitta da Israele a Hezbollah, il partito armato sciita alle elezioni municipali libanesi si conferma dominante nelle regioni meridionali del paese, a ridosso proprio del fronte di guerra con lo Stato ebraico, che continua a occupare parti del territorio di confine e a bombardare località nel sud e nella valle della Bekaa.
Assieme al suo alleato politico Amal, il movimento sciita guidato dall'inamovibile presidente del parlamento Nabih Berri, alle consultazioni svoltesi sabato scorso Hezbollah ha ottenuto una vittoria "schiacciante" nel sud.
Le urne si sono aperte in un territorio stravolto dalla distruzione sistematica e capillare di abitazioni, scuole, ospedali da parte di Israele e dal conseguente sfollamento, nel corso dell'ultimo anno e mezzo, di centinaia di migliaia di civili (in tutto sono un milione e duecentomila gli sfollati libanesi dall'ottobre 2023 a oggi).
Gli effetti della guerra, affermano gli osservatori locali, possono spiegare in parte il calo dell'affluenza alle urne (-11%) rispetto alle precedenti amministrative del 2016. Il rinnovo dei consigli municipali era stato per ben tre volte rinviato a causa della crisi economica, delle proteste popolari, della pandemia e della guerra con Israele.
Già prima delle elezioni di sabato, l'alleanza Hezbollah-Amal si era assicurata "per acclamazione" il controllo di oltre un terzo dei 272 collegi elettorali totali. In 102 collegi i due partiti avevano trovato accordi per spartirsi le quote in seno ai consigli municipali. Questi accordi sono stati approvati "per acclamazione" dalla comunità locale, anche perché in quelle località Hezbollah e Amal rappresentano da anni "lo Stato", offrendo servizi di base alla popolazione, in larga parte sciita.
Nei rimanenti 170 collegi del sud del Libano si è confermata la vittoria dei partiti tradizionali, inclusi Hezbollah e Amal, a scapito di candidati del "cambiamento". E questo anche perché la guerra con Israele e le difficoltà dovute alla perdurante crisi economica hanno finito per polarizzare le posizioni e rafforzare il senso di arroccamento identitario da parte delle varie comunità.
Solo due giorni prima dell'apertura delle urne, Israele aveva condotto intensi raid aerei in diverse località del sud del Libano, in particolare attorno al capoluogo di Nabatiye. In questo contesto, Hezbollah è stato sconfitto militarmente ma non sembra indebolito a livello popolare.
Le elezioni legislative del prossimo anno costituiranno un altro test importante a riguardo. Per ora, riferiscono osservatori sul terreno, il partito raccoglie ampi consensi anche da parte di chi non ha mai votato Hezbollah ma oggi si dice contro Israele.