Elias Rodriguez, noto per il suo impegno pro-palestinese, arrestato dopo l'attacco al Museo ebraico
Israele compie "atrocità indescrivibili" contro i palestinesi mentre il governo americano "scrolla le spalle" e "criminalizza l'opinione pubblica": ma "l'umanità non esime nessuno dalla responsabilità". È uno degli ultimi post di denuncia di Elias Rodriguez, il 30enne di Chicago che ha freddato a Washington una coppia che lavorava presso l'ambasciata israeliana.
Attivista politico, da anni impegnato nella difesa dei diritti dei palestinesi, Elias è stato membro per un breve periodo del Partito per il socialismo e la liberazione, l'associazione marxista-leninista che ha lanciato negli ultimi giorni una raccolta firme contro quello che definisce il "genocidio" a Gaza. L'obiettivo è quello di raccoglierne un milione, così da poter mostrare "l'enorme opposizione al massacro che esiste nel mondo".
Proprio al grido "Palestina libera", Rodriguez è stato fermato dalla polizia fuori dal Museo ebraico dove ha ucciso Sarah Milgrom e Yaron Lishinsky.
I rapporti fra il Partito per il socialismo e la liberazione e il 30enne di Chicago si sono interrotti nel 2017, poco dopo la sua partecipazione ad una protesta davanti a quella che era la casa dell'allora sindaco di Chicago, Rahm Emanuel.
Un appuntamento al quale Elias aveva preso la parola e cercato di collegare la morte di Laquan McDonald, afroamericano ucciso da un agente di polizia, con le attività del colosso dell'e-commerce di Jeff Bezos: "La ricchezza che Amazon ha portato a Seattle non è condivisa con i residenti afroamericani. Il 'whitening' di Seattle da parte di Amazon - aveva detto riferendosi all'invasione dei bianchi - è strutturalmente razzista".
Laureato all'Università di Chicago, Elias lavorava dal 2004 come specialista amministrativo per l'American Osteopathic Association, l'organizzazione che rappresenta i medici osteopati negli Stati Uniti.
In uno dei suoi ultimi post online, datato 20 maggio e che rappresenta una sorta di manifesto delle sue idee, aveva raccontato di aver abbracciato la causa palestinese durante la guerra nella Striscia del 2014.
"Quelli di noi che sono contrari al genocidio - scriveva - si compiacciono nel sostenere che i colpevoli e i complici hanno perso la loro umanità. Ma la disumanità si è dimostrata da tempo scandalosamente comune e prosaicamente umana".