Il governo di Belgrado critica l'intervento delle autorità kosovare a Zubin Potok, aumentando le tensioni interetniche
In Kosovo la polizia è intervenuta oggi nel nord a maggioranza serba a chiudere un ufficio della Croce Rossa, scatenando nuove dure reazioni del governo di Belgrado e della locale comunità serba.
La nuova misura restrittiva ha riguardato un edificio in cui opera la Croce Rossa serba a Zubin Potok, uno dei quattro maggiori Comuni del nord del Kosovo a maggioranza serba. "Si tratta di una nuova dimostrazione della volontà criminale del premier kosovaro Albin Kurti, che interviene anche contro la rappresentanza di una organizzazione che opera a scopi umanitari e di formazione", ha detto a Belgrado Petar Petkovic, capo dell'Ufficio governativo serbo per il Kosovo.
In tale sede a Zubin Potok, ha aggiunto, si sono regolarmente svolti corsi di istruzione e formazione per giovani e ragazzi, addestramento al pronto intervento sanitario e in casi di emergenza, attività sportive e di accoglienza per atleti e turisti. Quello di oggi è stato l'ultimo di una lunga serie di interventi delle autorità kosovare intenzionate a chiudere e smantellare uffici e rappresentanze di istituzioni serbe, considerate strutture parallele della Serbia che operano illegalmente in un Paese straniero quale è il Kosovo.
Cosa questa contestata da Belgrado che non riconosce l'indipendenza di Pristina e continua a considerare il Kosovo parte integrante del territorio della Serbia. Sono decine le rappresentanze serbe chiuse finora in Kosovo, comprese filiali di banche, uffici postali, sedi di assistenza fiscale e previdenziale. Nel febbraio dello scorso anno in Kosovo era stato messo al bando il dinaro serbo, con pesanti ripercussioni sulla vita quotidiana dei serbi.
In Kosovo per convenzione è in circolazione dal 2002 l'euro, nonostante non vi sia mai stata una qualche intesa al riguardo né con l'Unione europea (UE) né con la Banca centrale europea. Nei giorni scorsi dall'UE e dalla missione ONU a Pristina (UNMIK) erano stati rivolti alla dirigenza kosovara appelli a porre fine a tale campagna di chiusura di uffici serbi, azioni unilaterali che contribuiscono a far crescere le tensioni interetniche.