Il sindaco di Bucarest in vantaggio di quasi nove punti su Simion quando mancano poche schede da scrutinare
La Romania potrebbe essere ricordata come il luogo del primo duro colpo ai sovranisti in Europa. Il sindaco di Bucarest, l'europeista Nicusor Dan ha ribaltato il trend del primo turno trionfando su George Simion, leader di Aur ed esponente di primo piano dell'ultradestra europea. La vittoria di Dan è parsa chiara già dagli exit poll, che tuttavia Simion aveva contestato. "Sono io il presidente", aveva dichiarato il candidato sovranista, facendo temere una notte segnata dal caos. Gli spogli, tuttavia, sono stati rapidi e hanno certificato la vittoria di Dan, che con il 95% dei conteggi ha ottenuto 54,3% delle preferenze, contro il 45,6% di Simion.
Le elezioni romene sono stato al centro dell'attualità dell'intera Ue per mesi. Sin dall'annullamento, lo scorso dicembre, del primo turno delle presidenziali da parte della Corte Costituzionale. Allora, a essere in vantaggio, era stato il filo-russo Calin Georgescu ma l'Alta Corte aveva deciso di annullare la tornata elettorale accusando ingerenze da parte di Mosca e non permettendo al candidato sovranista neanche di presentarsi. Ingerenze che il governo di Bucarest è tornato a denunciare nel corso del ballottaggio, rilevando "una campagna virale di fake news su Telegram e altre piattaforme di social media", progettata "per influenzare il processo elettorale". Eppure la chiamata alle armi giunta da Bruxelles e da diverse capitali europee affinché Bucarest non esca dall'alveo dell'Ue alla fine ha funzionato.
Keystone
George Simion
Il risultato del ballottaggio arriva un po' a sorpresa. Al primo turno Simion aveva ottenuto oltre il 40% staccando tutti gli altri candidati e aumentando i timori, a Bruxelles, di un ulteriore Paese membro governato dai sovranisti. Secondo era arrivato Dan (con il 20,9%): candidato civico, liberale, esperto di finanze, il sindaco di Bucarest in due settimane è riuscito evidentemente a catalizzare il sostegno degli europeisti romeni di ogni colore. L'affluenza, alle urne, non a caso, è aumentata di oltre due punti rispetto al primo turno.
Di contro Simion aveva messo in campo un mini-tour nelle capitali europee attaccando anche Emmanuel Macron per quelle che aveva definito "tendenze dittatoriali" dell'uomo dell'Elise. Se Simion si è affrettato a contestare la vittoria di Dan, nel fronte opposto - che in Romania ha riunito centrodestra, liberali e, con minor vigore, centrosinistra - inizialmente si era predicato prudenza. Poi è arrivato il momento della festa dei filo-Ue. "Il Paese vuole il dialogo, non l'odio", è stato il commento a caldo di Dan stando ai media locali. "La Romania è tornata", ha esultato l'eurodeputato romeno del Ppe, Sigfried Muresan. "Hanno perso Giorgia Meloni e l'estrema destra", ha attaccato l'europarlamentare di Renew, Sandro Gozi.
Keystone
La festa in strada a Bucarest
Le elezioni in Romania sono state parte del cosiddetto "Super Sunday" europeo, che ha visto andare alle urne anche Polonia e Portogallo. A Varsavia a sfidarsi al primo turno delle presidenziali sono stati il filo-europeo Rafal Trzaskowski, sindaco di Varsavia e vicino a Donald Tusk, e Karol Nawrocki del Pis, il partito dell'ex premier Mateusz Morawiecki. Dai primi primi exit poll a guidare la prima tornata è stato il candidato europeista ma con un margine esiguo: Trzaskowski si è fermato al 30,8%, Nawrocki al 29,1%. I due, come era prevedibile, torneranno ad affrontarsi fra due settimane al ballottaggio in una nuova punta della sfida tra il fronte filo-Ue e l'ultradestra sovranista.
Hanno invece premiato la stabilità le elezioni anticipate in Portogallo. Dalle prime proiezioni il premier uscente Luisi Montenegro e la sua Alleanza Democratica (centrodestra) si sono attestati al 37%, seguiti dal centro-sinistra al 23,2%. Ma in terra lusitana a confermarsi è stata anche l'ascesa dell'ultradestra: Chega, il partito di Andre Ventura alleato della Lega, stando alle proiezioni ha sfiorato il 23% contendendosi il secondo posto con il Partito Socialista.