Estero

Cile, Messico e Uruguay sospendono le importazioni di pollo dal Brasile per influenza aviaria

La decisione segue la scoperta di un focolaio di H5N1 nello stato di Rio Grande do Sul, con misure di emergenza già in atto

17 maggio 2025
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Dopo Argentina, Cina e Unione Europea, anche le autorità sanitarie di Cile, Messico e Uruguay hanno temporaneamente sospeso le importazioni di carne di pollo dal Brasile. La misura precauzionale, prevista nei contratti di forniture di pollame, è stata adottata a seguito della conferma del primo focolaio di influenza aviaria altamente patogena (H5N1) tra animali allevati in una fattoria nel municipio di Montenegro, oltre che in uno zoo Sapucaia do Sul, entrambi nello stato di Rio Grande do Sul.

Secondo il quotidiano brasiliano Estado de Minas nell'allevamento (dedicato alla produzione di uova feconde) sarebbero morti circa 17.000 animali: la maggior parte a causa del virus, il resto abbattuti per evitare la diffusione del contagio. Nello zoo i decessi per il virus sarebbero 90 tra cigni e anatre.

Il governo ha decretato lo stato di emergenza zoosanitaria per 60 giorni e annunciato di aver iniziato ad adottare le misure previste dal piano nazionale di emergenza con l'obiettivo di contenere la malattia, garantire la sicurezza alimentare ed evitare qualsiasi impatto sulla produzione. Brasilia evidenzia che la malattia non si trasmette all'uomo attraverso il consumo di carne di pollame o uova, mentre il rischio di infezione per gli umani è basso e, nella maggior parte dei casi, limitato ai dipendenti degli allevamenti che vivono a stretto contatto con animali infetti (vivi o morti).

Tuttavia resta alto il rischio economico in caso di eventuale stop prolungato dell'export. Il Brasile è infatti il maggiore esportatore di carne di pollo al mondo, con quasi 5,3 milioni di tonnellate spedite (nel 2024) all'estero.