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Vannacci e Sardone vice di Salvini

Il generale record di voti e la prima donna vicesegretaria della Lega

Roberto Vannacci con Matteo Salvini
(Keystone)
15 maggio 2025
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Il generale record di voti e la prima donna vicesegretaria della Lega. Ed entrambi nel Parlamento europeo. Sono Roberto Vannacci e Alessandra Sardone che ora affiancheranno Matteo Salvini come vicesegretari. Nell'aria da un po‘ (soprattutto per il primo), le scelte sono state ufficializzate nel pomeriggio al Consiglio federale del Carroccio.

Il primo convocato a un mese dal Congresso di Firenze che ha confermato Salvini leader per la terza volta, allungandone il mandato fino al 2029. Nomine, quelle di oggi, che allargano la ’corte‘ dei vice - diventati 4, grazie a una modifica dello statuto approvato ad aprile - e che di fatto blindano il partito. "Sono molto soddisfatto", commenta al volo Salvini. Poi conferma gli altri due vicesegretari - Alberto Stefani e Claudio Durigon, uno espressione della Liga veneta, l'altro del centrosud - mentre ad Andrea Crippa, a cui tocca lasciare la poltrona di vice, preannuncia "un ruolo rilevante per il bene della Lega". Tradotto, secondo fonti leghiste, potrebbe proporgli il coordinamento delle segreterie territoriali. Ma niente di ufficiale, per ora. Riguardo a Vannacci e Sardone, la loro promozione è un premio alla fedeltà: pur con carriere diversissime, entrambi sono molto vicini al ’Capitano‘. Ed è un riconoscimento delle preferenze.

Boom di consensi per loro

Alle ultime Europee, i consensi raccolti dai due, sommati, hanno superato quota 600 mila. Certo, l'ex parà della Folgore e paladino dell'anticonformismo ha distanziato largamente la collega a Bruxelles, rivendicando da solo oltre 500 mila voti. Lei ne ha avuti 75 mila, è la seconda più votata e, da milanese e a 42 anni, vanta un radicamento in Lombardia di decenni. Anche se non ’puro' (è stata nelle file di Forza Italia per 12 anni), nel 2019 è passata alla Lega. Sposando le battaglie più estreme, soprattutto quelle anti immigrazione e sull'Islam.

In comune con Vannacci, ha i toni tranchant ma le affinità finiscono qua. È lei stessa a ricordarlo, implicitamente, quando onorata per il nuovo incarico, sottolinea che la sua militanza politica "è sempre stata radicata nel territorio, tra la gente". Un terreno su cui Vannacci è più debole e a evidenziarlo, tra le righe, è pure Luca Zaia: "Rispetto le scelte del segretario - dice il governatore veneto poco prima del Federale - e resto geneticamente legato al fatto che noi dobbiamo rappresentare le istanze del popolo". Più freddo è apparso Giancarlo Giorgetti: "Se lavorerà bene saremo soddisfatti", è telegrafico il ministro leghista. Certo è che, secondo alcuni della vecchia guardia, l'approdo con tanto di tessera e ruolo nella Lega adesso lo rende più "controllabile".