Estero

I fratelli Menendez ottengono riduzione della pena

Il giudice riduce la condanna da ergastolo a 50 anni con libertà vigilata.

14 maggio 2025
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Lyle ed Erik Menendez hanno reagito con lacrime e sorrisi alla notizia della revisione della loro sentenza. Lo ha riferito Cliff Gardner, uno dei loro avvocati, ai giornalisti presenti fuori dal tribunale di Van Nuys, a Los Angeles.

Dopo un'udienza durata circa otto ore, il giudice Michael Jesic ha stabilito che i due fratelli hanno diritto a una riduzione della pena: dall'ergastolo senza possibilità di sconto a 50 anni di carcere, con la possibilità di accedere alla libertà vigilata.

Jesic ha applicato una legge californiana del 2018 che tutela chi commette reati gravi prima dei 26 anni. Quando i due giovani di Beverly Hills uccisero i genitori nell'estate del 1989, avevano rispettivamente 21 e 18 anni. Il caso, che all'epoca scosse l'opinione pubblica, è tornato alla ribalta grazie a un documentario di Peacock e a una serie Netflix del 2024.

"Non spetta a me decidere se debbano uscire oggi," ha dichiarato Jesic, "ma credo che meritino una possibilità". I fratelli Menendez possono ora presentarsi davanti a un giudice per la libertà vigilata, che potrebbe aprire loro le porte del carcere di San Diego, dove sono attualmente detenuti e da cui hanno partecipato all'udienza tramite collegamento video.

Durante la giornata, familiari, legali e conoscenti hanno testimoniato che i Menendez sono completamente riabilitati e non rappresentano un pericolo per la società. Anerae Brown, un ex compagno di prigione, ha raccontato tra le lacrime che "senza Lyle ed Erik forse sarei ancora lì a fare cose stupide". Ha aggiunto che grazie a loro ha abbandonato la rabbia e ha ritrovato la speranza, riuscendo a reintegrarsi nella società come padre e lavoratore.

Una delle cugine dei Menendez, Anamaria Baralt, ha dichiarato: "Da entrambe le parti della famiglia crediamo che 35 anni siano abbastanza. Li abbiamo perdonati".

Familiari e difensori sostengono da anni che l'omicidio avvenne dopo decenni di abusi sessuali subiti dai fratelli per mano del padre José, con la complicità della madre Kitty. La sentenza del 1996 non tenne conto di questi abusi, ma considerò che i due giovani volessero accedere alla fortuna del padre, dirigente dell'etichetta musicale RCA. Tuttavia, la procura di Los Angeles, rappresentata da Nathan Hochman, rimane contraria alla riduzione della pena, sostenendo che "i due non hanno assunto appieno la responsabilità dell'omicidio commesso".