L'avvocato generale sottolinea l'importanza delle fonti d'informazione per il controllo giurisdizionale
"Uno Stato membro può designare Paesi d'origine sicuri mediante atto legislativo e deve divulgare, a fini di controllo giurisdizionale, le fonti d'informazione su cui si fonda la designazione". Lo scrive l'avvocato generale della Corte di giustizia Ue Richard de la Tour nelle sue conclusioni sulle cause legate al protocollo Italia-Albania e alla definizione di Paese d'origine sicuro. La sentenza è attesa tra fine maggio e inizio giugno.
Lo Stato membro "può, a determinate condizioni, attribuire a un Paese terzo lo status di Paese d'origine sicuro, individuando nel contempo categorie limitate di persone che potrebbero essere esposte al rischio di persecuzioni o violazioni gravi", precisa Richard de la Tour.
I giudici nazionali chiamati a esaminare un ricorso contro il rifiuto di una domanda di protezione internazionale devono avere accesso alle "fonti d'informazione" su cui si basa la decisione di considerare un Paese terzo come sicuro, aggiunge l'avvocato generale della Corte di giustizia Ue nelle sue conclusioni. Il semplice fatto che "un Paese terzo sia designato come Paese d'origine sicuro" tramite decreto "non può avere la conseguenza di sottrarlo ad un controllo di legittimità", evidenzia l'avvocato generale.
Intanto, è stato rinviato almeno di 24 ore il trasferimento dei migranti dall'Italia al centro di Gjader in Albania, convertito da un decreto del governo italiano in Centro di permanenza per il rimpatrio (Cpr). Fonti portuali albanesi hanno riferito all'agenzia di stampa ANSA che questa mattina le autorità italiane hanno avvisato che le due navi previste per oggi al porto di Shengjin, arriveranno invece domani, sempre negli stessi orari: verso le 15, il primo natante con a bordo 15 migranti. In serata, invece, verso le 19, la seconda imbarcazione, con altri 25 migranti. In tutto, una quarantina, pari all'attuale capienza del Cpr allestito dentro il campo di Gjader.