La riunione, ospitata dal Regno Unito, mira a pianificare operazioni di peacekeeping post-guerra con la Russia
È iniziata nella sede dello stato maggiore britannico la riunione - a porte rigorosamente chiuse - fra delegati militari di "più di 20 Paesi", europei e non, disposti a collaborare in varia forma a quella che il premier Keir Starmer ha delineato nelle scorse settimane come "una coalizione di volenterosi": impegnata a tutelare "la sicurezza dell'Ucraina" dopo la fine della guerra con la Russia, a patto che gli Usa mettano sul piatto garanzie ad hoc. Lo riporta la Bbc.
Il meeting è ospitato dal capo di stato maggiore della Difesa del Regno, ammiraglio Tony Radakin, e vede presenti comandanti o loro rappresentanti di varie nazioni alleate, inclusa l'Italia. Secondo Londra, l'obiettivo è passare alla "fase operativa" del progetto, compresa "la pianificazione militare" di un'operazione di peacekeeping sul terreno in Ucraina ipotizzata per il dopoguerra: operazione da cui Roma s'è peraltro chiamata fuori a livello d'invio di militari italiani, a meno di un mandato Onu.
Prima della fine dell'incontro, è previsto un intervento di fronte ai generali dello stesso Starmer, che stando ai media si unirà ai partecipanti di ritorno da una missione simbolica alla base della Royal Navy di Barrow, sulla costa dell'estremo nord dell'Inghilterra, per il varo del sottomarino nucleare di ultima generazione Dreadnought: nuova acquisizione del deterrente atomico britannico, visitato in precedenza dal premier e autorizzato ora a diventare operativo sulla base del placet formale al suo battesimo firmato da re Carlo III in veste di capo dello Stato.
Dal canto loro, i 27 attaccano il Consiglio Europeo ordinario di marzo, tradizionalmente dedicato ai temi economici, con il dibattito sull'Ucraina e l'intervento da remoto di Volodymyr Zelensky, che aggiornerà i leader sulla sua telefonata con Donald Trump. In agenda poi è previsto il pranzo con il segretario generale dell'Onu Antonio Guterres, seguito dallo scambio su competitività e difesa (al primo punto prenderà parte anche il capo della Bce, Christine Lagarde).
I leader, stando alle bozze delle conclusioni, daranno il via libera al piano ReArm della Commissione Europea e al Libro Bianco sulla difesa, chiedendo però di continuare a "portare avanti" il lavoro. Le questioni ancora da risolvere (in pratica i dettagli del piano, dall'articolazione delle catene del valore in chiave più o meno Made in Europe alle opzioni sui finanziamenti) si negozieranno da qui a giugno quando si terrà il prossimo Consiglio Europeo, piazzato strategicamente all'indomani del vertice Nato dell'Aia, dove i leader dell'Alleanza saranno chiamati a concordare i nuovi target di spesa (probabilmente intorno al 3%).
A chiudere la migrazione - non ci si aspetta molto, se non una presa d'atto del lavoro in corso - e poi, a cena, un primo dibattito orientativo sul nuovo bilancio Ue, dato che la Commissione sarà chiamata a presentare proposte questa estate. L'agenda è fitta e dunque non si esclude che il vertice possa continuare anche domani.