Estero

Scontro tra Trump e la Corte Suprema degli Stati Uniti

Il presidente critica i giudici e chiede l'impeachment di Boasberg, mentre Roberts difende l'indipendenza giudiziaria

18 marzo 2025
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Sale lo scontro tra potere esecutivo e quello giudiziario negli Stati Uniti con un botta è risposta tra il presidente Donald Trump e il capo della Corte suprema.

Un battibecco senza precedenti, almeno da parte del massimo tribunale americano a maggioranza conservatrice che, finora, si era sempre astenuto dal commentare i ripetuti attacchi del presidente ai giudici e al sistema in generale.

Il segno forse di una certa insofferenza da parte dei giudici ai sempre più numerosi tentativi della Casa Bianca di allargare la sua sfera di influenza a settori tradizionalmente non di sua competenza. Come l'arresto e la deportazione dei migranti sprovvisti di documenti senza passare per una procura o i mega tagli nelle agenzie federali, in primo luogo a USAID.

Tutto è iniziato qualche giorno fa quando The Donald ha invocato una legge del 1798, l'Alien Enemies Act del 1798, per espellere immediatamente i membri della gang venezuelana Tren De Aragua, designata dagli Stati Uniti organizzazione terroristica. Una mossa controversa che il giudice distrettuale di Washington James Boasberg ha sospeso per 14 giorni ordinando che nel frattempo "qualsiasi aereo in partenza o in volo con a bordo immigrati ritorni negli USA".

La sentenza, tuttavia, non è stata rispettata e dal Texas sono decollati verso El Salvador due jet con a bordo 238 presunti membri della gang. La Casa Bianca ha assicurato che gli aerei erano partiti prima della sentenza del giudice rivendicando il diritto ad utilizzare la legge di due secoli fa e dicendosi fiduciosa che vincerà la battaglia legale in tribunale.

Trump ha rincarato la dose accusando il giudice di essere un "pazzo radicale", insulto spesso usato dal tycoon per attaccare i procuratori che lo hanno indagato in questi anni, e di volersi sostituire al presidente. Non solo, il commander-in-chief ha chiesto che Boasberg sia sottoposto a impeachment.

"Questo giudice pazzo della sinistra radicale, un piantagrane e agitatore che è stato purtroppo nominato da Barack Hussein Obama, non è stato eletto presidente, non ha vinto il voto popolare (di molto!), non ha vinto tutti e sette gli Stati in bilico, non ha vinto 2'750 contee contro 525, non ha vinto niente!", ha attaccato Trump su Truth. "Questo giudice, come molti dei giudici corrotti davanti ai quali sono costretto a comparire, dovrebbe essere messo sotto impeachment!!!", ha insistito.

Laureato a Yale, dove ha anche militato con successo nella squadra di basket universitaria avvantaggiato dall'altezza di oltre 2 metri, il 62enne Boasberg in realtà è stato nominato per la prima volta da George W. Bush e poi da Obama.

Mentre l'inquilino della Casa Bianca inveiva sulla sua rete sociale, il deputato repubblicano del Texas Brandon Gill annunciava l'intenzione di presentare articoli di impeachment contro Boasberg unendosi ad altri esponenti del Grand old party e ad Elon Musk che hanno recentemente invocato un'"ondata" di impeachment contro i giudici che ostacolano l'agenda governativa.

Ma per la prima volta, il massimo esponente della categoria non è rimasto a guardare e, in un insolito e breve comunicato, ha criticato la retorica incendiaria di Trump. "Per più di due secoli è stato stabilito che l'impeachment non è una risposta appropriata al disaccordo su una decisione giudiziaria", ha avvertito John Roberts ricordando che "il processo d'appello esiste proprio per questo".

Nel frattempo si sono aperti altri fronti nella battaglia tra potere esecutivo e quello giudiziario. L'amministrazione Trump è stata costretta a fare marcia indietro e a reintegrare almeno 24'000 dipendenti federali in prova licenziati in 18 agenzie dopo la sentenza di una corte in Maryland.

Mentre il giudice distrettuale Theodore Chuang si è pronunciato a favore di un gruppo di oltre venti attuali ed ex dipendenti di USAID affermando che il suo smantellamento da parte del Dipartimento per l'efficienza governativa (DOGE) guidato da Musk è "probabilmente incostituzionale".

Sempre oggi Julie R. Rubin, della Corte distrettuale federale del Maryland, ha ordinato al Dipartimento dell'istruzione di ripristinare circa 600 milioni di dollari in sovvenzioni governative che erano state interrotte nell'ambito del taglio ai programmi sull'inclusione e diversità voluti dal DOGE.

I fondi, riporta il "New York Times", servivano a finanziare programmi di formazione e certificazione per gli insegnanti nei distretti scolastici più difficili e disagiati che, senza incentivi, si troverebbero senza docenti. Ma per il Dipartimento dell'istruzione, guidato da Linda McMahon, le sovvenzioni diffondevano "attivismo per la giustizia sociale" e altre "ideologie divisive" e per questo dovevano essere eliminate.