In Serbia prosegue da giorni l'avvicinamento di migliaia di studenti, lavoratori e agricoltori da ogni parte del paese verso Belgrado, per partecipare alla grande manifestazione contro il governo, in programma sabato. Con ogni mezzo - auto, treno, moto, bicicletta e in tanti anche a piedi - i dimostranti stanno raggiungendo la capitale che si prepara a una autentica invasione popolare.
Tanti gli agricoltori diretti a Belgrado a bordo di trattori, che presumibilmente attueranno blocchi stradali nella capitale. Gruppi di studenti sono partiti in bici e a piedi tra l'altro da Novi Sad, Subotica, Kragujevac, Nis, Kralievo, Uzice, Krusevac, Cacak, Vrsac, con bandiere nazionali, cartelli e striscioni. Si fa tappa la notte per dormire e al mattino si riparte.
Gli organizzatori assicurano che si tratterà di una raduno pacifico concentrato davanti alla sede del parlamento, e sulle reti sociali vengono annunciati blocchi stradali, in corrispondenza fra l'altro dell'aeroporto, della tv pubblica RTS e di altri sedi e edifici pubblici.
Le autorità di governo da parte loro da giorni ripetono con preoccupazione la convinzione che la protesta di sabato a Belgrado sarà caratterizzata da provocazioni, scontri e violenze da parte di gruppi di violenti legati all'opposizione.
E ribadiscono che tutti hanno diritto a manifestare, radunarsi e protestare in modo pacifico, ma che in nessun caso saranno tolleratati eccessi e violenze di qualsiasi tipo, e che i responsabili che saranno immediatamente arrestati e processati secondo la legge.
La preoccupazione riguarda in particolare i gruppi di studenti contrari alle proteste e che vogliono tornare a studiare, che da una settimana sono accampati in un parco fra il parlamento e la sede della presidenza. In tanti chiedono il loro trasferimento per evitare sovrapposizioni e possibili incidenti per il raduno di sabato.
Il movimento degli studenti universitari e degli istituti superiori è in agitazione da novembre, dopo la morte di 15 persone nel crollo alla stazione di Novi Sad, con raduni, cortei, blocchi stradali e manifestazioni di protesta in tutto il paese contro governo e presidente, accusati di incuria, scarsi controlli legati alla corruzione, metodi antidemocratici, controllo sui media.
Le autorità sostengono di aver accolto ed esaudito tutte le loro richieste: pubblicazione di tutta la documentazione su lavori di ristrutturazione alla stazione di Novi Sad, rilascio di tutti gli arrestati nelle manifestazioni di protesta, punizione dei responsabili di violenza contro i dimostranti, aumento del 20% del bilancio a sostegno di università e istruzione superiore.
Ma gli studenti non sono soddisfatti e sostengono che le richieste non sono state soddisfatte in pieno. Non sono bastate le dimissioni a fine gennaio del premier Milos Vucevic.
Il movimento studentesco prosegue nella protesta che va assumendo in realtà sempre più connotazioni prettamente politiche, mirando direttamente al presidente Aleksandar Vucevic. Cosa questa dimostrata dal chiaro appoggio che alla contestazione del governo viene dalle forze di opposizione.