diplomazia

Cpi: 79 Paesi contro le sanzioni di Trump

Tra i firmatari Svizzera, Germania, Francia e Regno Unito, ma non l’Italia, sotto pressione per il caso Almasri e il cui governo è vicino alla Casa Bianca

Il simbolo della Corte penale internazionale
(Keystone)
7 febbraio 2025
|

Le sanzioni degli Usa alla Corte penale internazionale (Cpi) aumentano il rischio di "impunità". Lo affermano 79 Paesi membri dell'Onu in una dichiarazione congiunta.

Tra i firmatari ci sono anche i big della Ue (Germania, Francia, Spagna), la Svizzera e la Gran Bretagna, ma non l'Italia. Nella dichiarazione si criticano le sanzioni Usa all'organismo internazionale, sostenendo che "comprometterebbero gravemente tutte le situazioni attualmente sotto inchiesta, poiché la Corte potrebbe dover chiudere i suoi uffici sul campo", oltre ad "aumentare il rischio di impunità per i crimini più gravi e minacciare di erodere lo stato di diritto internazionale".


Keystone
Netanyahu e Gallant dietro le sbarre in una gigantografia a Teheran

A sua volta, il portavoce del Palazzo di Vetro, Farhan Haq - rispondendo a chi gli chiedeva un commento sull'ordine esecutivo di Donald Trump che impone sanzioni alla Cpi - ha dichiarato: "la legge penale internazionale è un elemento essenziale per combattere l'impunita', che è purtroppo diffusa nel mondo odierno. La Corte penale internazionale è il suo elemento essenziale e deve essere autorizzata a lavorare in piena indipendenza".

Dal canto suo, il primo ministro olandese Dick Schoof ha detto che il suo Paese cercherà di garantire che la Cpi, con sede all'Aia, possa continuare a funzionare nonostante le sanzioni statunitensi annunciate.

"Naturalmente, come Paese ospitante abbiamo la responsabilità di garantire il funzionamento senza ostacoli della corte penale in ogni momento. E continueremo a farlo", ha detto Schoof ai giornalisti.