Ordine esecutivo dopo la legge affondata dai dem al Senato
Donald Trump continua a picconare il sistema internazionale e sanziona la Cpi accusando la Corte di aver preso di mira in modo improprio gli Stati Uniti e Israele, che peraltro non l'hanno mai riconosciuta. L'ordine esecutivo, pronto per la firma nelle prossime ore, include sia sanzioni finanziarie che restrizioni sui visti a funzionari non specificati della Cpi - e i loro familiari - che hanno partecipato alle indagini su cittadini statunitensi o alleati. La mossa è legata a quanto successo lo scorso novembre, quando la Corte dell'Aja suscitò uno sdegno bipartisan a Washington per gli ordini d'arresto contro il primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu, il suo ex ministro della Difesa Yoav Gallant e i leader di Hamas, tutti accusati di crimini di guerra e contro l'umanità. Joe Biden criticò la Cpi per aver messo sullo stesso piano Bibi e l'organizzazione terroristica che attaccò Israele il 7 ottobre 2023.
Keystone
Netanyahu e Trump
Una tesi riecheggiata da Trump nel suo provvedimento, che accusa l'organismo di aver creato "una vergognosa equivalenza morale". La Camera Usa aveva approvato un disegno di legge per sanzionare la Cpi, ma la scorsa settimana i democratici del Senato l'avevano affondato, costringendo Trump a ricorrere ai suoi poteri esecutivi. Lo aveva già fatto nel suo primo mandato, nel giugno del 2020, due mesi dopo che la Corte aveva avviato un'inchiesta per presunti crimini di guerra in Afghanistan dal 2003 col possibile coinvolgimento delle truppe Usa.
All'epoca la Casa Bianca aveva spiegato la decisione del presidente come parte del suo impegno "per proteggere i militari americani e la sovranità nazionale", accusando la Cpi di essere "manipolata" da nazioni avversarie ed evocando il sospetto di corruzione per la sua procura. "Gli Usa - argomentò la Casa Bianca - non sono uno Stato membro dello Statuto di Roma e hanno ripetutamente rifiutato la rivendicazione di giurisdizione della Corte penale internazionale sul personale americano". La Cpi "fu stabilita per accertare responsabilità in crimini di guerra ma in pratica è un organismo burocratico internazionale, inefficace e che non deve rendere conto a nessuno, che prende di mira e minaccia il personale americano e quello dei nostri alleati e partner". "Nonostante i ripetuti inviti degli Usa e dei nostri alleati per una riforma - accusò la presidenza americana - la Corte penale internazionale non ha preso alcuna iniziativa per riformarsi e continua a perseguire indagini politicamente motivate contro noi e i nostri alleati, compreso Israele".