Sentenza senza precedenti, l’ex presidente francese ricorre alla Corte europea invocando la sua 'assoluta innocenza
Tre anni di carcere, due con la condizionale, uno da scontare con il beneficio del braccialetto elettronico: Nicolas Sarkozy è il primo ex presidente della Repubblica francese a dover scontare una pena detentiva. È soltanto il primo dei filoni d’inchiesta su Sarkò, che dal 6 gennaio comparirà in tribunale per la ben più grave vicenda dei sospetti fondi libici alla sua campagna elettorale del 2007. In quel caso, l’ex capo dello Stato rischia fino a 10 anni di carcere.
La sentenza di condanna nel caso Bismuth era già definitiva, oggi la Cassazione ha rigettato il ricorso degli avvocati di Sarkozy, accusato di traffico di influenze e corruzione di magistrato. Dalle sue prime parole dopo la condanna trasuda amarezza, non soltanto per essere il primo ex presidente condannato a una pena detentiva (anche Jacques Chirac fu condannato per i falsi impieghi al Comune di Parigi, ma con la condizionale). Sarkozy ha annunciato anche di voler ricorrere alla Corte europea dei diritti dell’uomo contro la Francia, anche qui una situazione inedita per un ex capo dell’Eliseo. E questo perché, ha detto, non è “deciso ad accettare la profonda ingiustizia” e invoca la sua “assoluta innocenza”.
Sarkozy, 69 anni, ne compirà 70 il mese prossimo e potrà chiedere per motivi di età di non scontare la pena neppure con il beneficio del braccialetto. Il ricorso alla Corte europea non è invece sospensivo della pena: “Mi prenderò le responsabilità che sono mie – ha detto Sarkozy – e farò fronte a tutte le conseguenze”. Ma certo, ha sottolineato, “il ricorso che presento davanti alla Corte europea potrà finire per far condannare la Francia”.
Nel caso Bismuth che gli è valso questa prima condanna, Sarkozy era stato condannato in prima istanza nel 2021 e in appello il 17 maggio scorso. In entrambi i giudizi è stato riconosciuto colpevole di aver allacciato, insieme con il suo avvocato storico Thierry Herzog, un “patto di corruzione” con Gilbert Azibert, un importante magistrato di Cassazione. Ciò in cambio di “una mano” al giudice per ottenere una carica onoraria alla quale teneva, nel Principato di Monaco. Uno “scambio” che in realtà non si è mai realizzato, come ha sempre ricordato la difesa di Sarkozy, ma che soltanto nel suo progetto rappresenta un reato. L’obiettivo di Sarkozy ed Herzog era di avere informazioni e influenzare i giudici su un ricorso dell’ex presidente in un’altra vicenda giudiziaria che lo vedeva coinvolto all’epoca, il caso Bettencourt. Sarkozy, Azibert ed Herzog si sono visti infliggere la stessa pena dai tribunali, con il celebre avvocato che chiude virtualmente ora la carriera dal momento che la sua condanna prevede anche 3 anni di interdizione dall’esercizio della professione. ANSA/RED