Estero

Netanyahu torna primo nei sondaggi di gradimento politico

Mentre continuano i bombardamenti, l’Egitto mentisce la notizia di un accordo con Israele per riaprire il valico di Rafah agli aiuti umanitari

(Keystone)
30 maggio 2024
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A sorpresa Benjamin Netanyahu – nonostante il 7 ottobre, la guerra a Gaza e la forte opposizione della comunità internazionale – è tornato a essere il premier preferito dagli israeliani. Non accadeva da un anno, dai tempi delle proteste contro la riforma giudiziaria. A farne le spese questa volta – secondo un sondaggio effettuato dalla tv Canale 12 – è Benny Gantz, che per tutto questo tempo è stato invece in testa a ogni indagine sugli umori politici di Israele. A restituire il sorriso politico al premier è stato un campione di israeliani che nel 36% lo hanno scelto contro un 30% a favore di Gantz. Ma Netanyahu, secondo lo stesso sondaggio, batterebbe anche tutti gli altri possibili candidati.

L’Egitto mentisce l’esistenza di un accordo con Israele per riaprire il valico agli aiuti

Intanto l’esercito israeliano sta continuando a estendere il suo controllo a Rafah, nel sud della Striscia di Gaza. “Ci sono informazioni concrete riguardo gli ostaggi detenuti a Rafah”, ha detto il ministro della Difesa Yoav Gallant. Nella zona l’Idf ha preso il controllo del ‘Corridoio Filadelfia’ – una striscia di terra lungo il confine con il Sinai egiziano – dove sono stati scoperti “20 tunnel” di passaggio oltre frontiera. La situazione a Rafah continua tuttavia a essere di forte pressione militare.

In giornata i media israeliani avevano diffuso la notizia secondo cui, grazie al pressing della Casa Bianca, Israele ed Egitto avrebbero concordato di riaprire agli aiuti umanitari il valico di frontiera di Rafah. “Non è vero”, è arrivata in serata la smentita dell’Egitto, che mantiene la sua posizione: “Senza il ritiro totale di Israele dal valico di Rafah non sarà possibile riaprirlo agli aiuti umanitari”.

La zona, a causa dei bombardamenti, è stata colpita anche dal blackout di tutti i servizi di comunicazione. Una situazione difficile che ha spinto la World Central Kitchen ad annunciare di aver sospeso le sue attività a causa “delle operazioni israeliane in città da dove innumerevoli famiglie sono costrette a fuggire ancora una volta”.

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