diplomazia

Il Kosovo membro associato dell’Assemblea parlamentare Nat

Belgrado contraria alla decisione: ‘Precedente pericoloso’

La bandiera della Nato
(Keystone)
27 maggio 2024
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L'Assemblea parlamentare della Nato, riunita nella sessione primaverile a Sofia, ha concesso oggi lo status di membro associato al Kosovo. Nel darne notizia i media regionali, che citano il capo della delegazione parlamentare di Pristina Driton Hiseni, riferiscono che in sede di votazione un Paese si è espresso contro, mentre 14 si sono astenuti. Contro tale decisione si è espressa a più riprese la Serbia, che non riconosce l'indipendenza del Kosovo e che denuncia la politica ostile e discriminatoria di Pristina contro la popolazione serba del Kosovo.

L'altro ieri Belgrado aveva messo in guardia dal concedere al Kosovo lo status di membro associato dell'Assemblea parlamentare della Nato, sostenendo che ciò sarebbe un premio a Pristina per la sua politica di violenza e discriminazione sistematica contro i serbi del Kosovo, e per il suo continuo ostruzionismo al dialogo facilitato dalla Ue.

Le rimostranze della Serbia

La decisione odierna dell'Assemblea parlamentare della Nato di concedere lo status di membro associato al Kosovo costituisce un "precedente pericoloso", una decisione al tempo stesso che peggiora ulteriormente i rapporti interetnici e la situazione generale della popolazione serba in Kosovo. È quanto ha reso noto in un comunicato la delegazione parlamentare serba che partecipa ai lavori dell'Assemblea in corso a Sofia, essa stessa in qualità di membro associato.


Keystone
Il primo ministro del Kosovo Albin Kurti

La delegazione di Belgrado ha osservato che oltre a rappresentanti di Paesi che non hanno riconosciuto l'indipendenza del Kosovo - Spagna, Grecia, Romania e Slovacchia - la decisione di concedere a Pristina lo status di membro associato non è stata appoggiata neanche da Paesi che riconoscono il Kosovo, quali Francia e Italia, che si sono astenuti, mentre la delegazione dell'Ungheria ha votato contro.

Attacco a Kurti

Nel comunicato, diffuso dai media a Belgrado, si denunciano le condizioni "inaccettabili" per l'Europa di oggi in cui sono costretti a vivere i serbi del Kosovo, relegati in una sorta di "ghetto". Il risultato, si rileva, è che il governo del premier Albin Kurti viene "premiato" per tutte le decisioni unilaterali e antiserbe prese negli ultimi anni, decisioni peraltro spesso stigmatizzate sia dalla Nato che dalla Ue. Una politica discriminatoria e di violenza che ha indotto il 15% della popolazione serba a lasciare il Kosovo negli ultimi anni.

A condannare duramente la decisione dell'Assemblea parlamentare della Nato è stato anche Petar Petkovic, direttore dell'Ufficio governativo serbo per il Kosovo e capo negoziatore al negoziato con Pristina sotto l'egida Ue. Una decisione a suo dire che ha confermato la politica dei doppi standard dell'Occidente che, se da una parte annuncia sanzioni a Pristina dall'altra concede al Kosovo la liberalizzazione dei visti, autorizza la sua partecipazione a tutti i Forum internazionali e sostiene il suo avvicinamento a numerose organizzazioni internazionali. La Serbia, che è militarmente neutrale, collabora con la Nato nell'ambito del programma di Partnership per la pace, offerto dall'Alleanza ai paesi dell'ex blocco socialista e sovietico.

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