stati uniti

‘Non vogliamo dittatori’, Trump fischiato dai libertari

Abituato a folle osannanti, doccia fredda per il tycoon a un evento del partito che non gli ha mai perdonato le restrizioni anti-Covid: urla e insulti

Trump durante il suo intervento
(Keystone)
26 maggio 2024
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Abituato a folle osannanti e atmosfere da setta, la convention dei libertari a Washington è stata una doccia fredda per Donald Trump, fischiato e insultato per tutta la durata del suo intervento. Nonostante l'appello all'unità contro "il tiranno Joe Biden" il tycoon è stato respinto con perdita dal partito delle libertà che non gli ha mai perdonato le restrizioni anti-Covid e l'accumulo di un enorme deficit federale durante la sua presidenza.

"Il fatto è che non dobbiamo farci la guerra. Se Joe Biden tornasse al potere, non ci sarebbe più libertà per nessuno nel nostro Paese. Unitevi a noi, datemi il vostro voto", è stato l'appello dell'ex presidente. Un invito caduto nel vuoto di una sala che ha risposto con grida e "buh".


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Manifesti di protesta

"Non vogliamo un dittatore", ha attaccato uno dei presenti. "Per quanto ci riguarda Trump può andare affanculo. Questo non è un evento del Grand old party", ha incalzato un altro. Quando poi Trump ha provato a raccogliere consensi giocando la carte del nemico comune, "il tiranno Biden", qualcuno gli ha urlato "Quello sei tu!".

Battute non a segno

Il tycoon non si è lasciato scoraggiare e ha provato ad ingraziarsi la folla con una battuta sui suoi guai giudiziari. "Se non ero libertario prima, di certo lo sono diventato adesso", ha scherzato salvo poi perdere la pazienza e passare alla controffensiva: "Se volete vincere dovete votare per me, altrimenti tenetevi il vostro 3%". In effetti quella è la percentuale, poco più poco meno, che il partito libertario ottiene generalmente alle elezioni ma i suoi sostenitori potrebbero rivelarsi cruciali negli stati in bilico il prossimo novembre.

D'altra parte, da mesi i sondaggi mostrano che la maggior parte degli americani non vorrebbe assistere a una rivincita Trump-Biden e questo sentimento dominante nel Paese potrebbe far disperdere i voti, a vantaggio del candidato libertario o dell'indipendente Robert Kennedy Jr, intervenuto alla convention il giorno prima.


Keystone
Insulti e fischi per Trump

Il processo

Gli insulti dei libertari sono, comunque, il minore dei problemi per l'ex presidente che si prepara a una settimana fondamentale per il suo futuro politico: martedì infatti inizieranno a New York requisitoria e arringhe del processo per i pagamenti alla pornostar Stormy Daniels, mentre il giorno dopo la giuria comincerà a deliberare. Raggiungere il verdetto potrebbe richiedere ore o giorni - ci vuole l'unanimità - e potrebbe anche non arrivare. In ogni caso, che Trump sia giudicato colpevole o innocente o che non ci sia una sentenza, sarà la prima volta nella storia degli Stati Uniti che una giuria delibera su un presidente.

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