Proprietà intellettuale

L’Onu: altolà alla biopirateria, accordo storico sui brevetti

La firma di 190 Stati contro il saccheggio delle risorse naturali della collettività per trarne vantaggi economici. L’ok dopo lunghe trattative a Ginevra

Protesta contadina nel sud-est asiatico
(Keystone)
24 maggio 2024
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Più di 190 stati membri delle Nazioni Unite hanno approvato oggi un trattato sui brevetti definito "storico" per combattere la cosiddetta biopirateria e il saccheggio delle risorse genetiche, coronando in tal modo 20 anni di negoziati.

Le nazioni hanno "accolto una nuova e rivoluzionaria convenzione sulla proprietà intellettuale, le risorse genetiche e le conoscenze tradizionali associate, segnando una svolta storica", ha indicato l'Onu un comunicato diffuso a Ginevra.

I paesi membri dell'Organizzazione mondiale per la proprietà Intellettuale (Ompi) si sono riuniti dal 13 maggio a Ginevra per concludere le trattative. "Abbiamo atteso questo momento per 25 anni", ha dichiarato il presidente dei negoziati, l'ambasciatore brasiliano Guilherme de Aguiar Patriota, che ha battuto il martelletto per segnare l'approvazione per consenso dell'intesa.


Keystone
Coltivazioni nella Valle del Cocora in Colombia

I richiedenti di brevetti dovranno ora rivelare il paese in cui si trovano le risorse genetiche delle loro innovazioni e le popolazioni indigene che hanno trasmesso le relative conoscenze. In particolare, le aziende farmaceutiche e cosmetiche dovranno svelare l'origine delle piante medicinali, delle colture agricole o degli animali che utilizzano. Questo dovrebbe prevenire la biopirateria, cioè l'appropriarsi di risorse naturali della collettività per ricavarne vantaggi economici.

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