stati uniti

L'ex sfidante Nikki Haley: ‘Voterò per Trump’

La mossa forse per ottenere una carica in caso di vittoria. Il giudice della Corte Suprema Alito beccato con in casa una bandiera del 6 gennaio 2021

Nikki Haley
(Keystone)
23 maggio 2024
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Dopo mesi di silenzio e un'agguerrita, se pur breve, campagna per ottenere la nomination repubblicana Nikky Haley annuncia il suo sostegno a Donald Trump nella corsa alla Casa Bianca. Un endorsement tutt'altro che spassionato nei confronti dell'ex rivale che fino all'ultimo l'ha chiamata "cervello di gallina", più che altro il frutto di un calcolo politico ben preciso che punta non solo a un eventuale incarico nell'amministrazione ma anche a non alienarsi le simpatie del Grand old party in vista di un nuovo tentativo alle elezioni del 2028.

‘Catastrofe Biden’

"Trump non è stato perfetto ma Biden è una catastrofe", ha dichiarato la 52enne ex governatrice della South Carolina durante un'intervista al conservatore Hudson Institute di Washington. Haley ha ribadito le critiche al tycoon soprattutto su politica estera, immigrazione ed economia e ha accusato l'attuale presidente di "trascinare gli Stati Uniti in guerra". Poi ha mandato un messaggio a Trump invitandolo ad "essere intelligente e non trascurare quei milioni di persone che hanno votato per me e continuano a sostenermi".

Nonostante il ritiro a marzo, infatti, l'ex ambasciatrice all'Onu ha continuato a ricevere voti alle primarie, tanto che qualche analista ha definito quella di Haley una "campagna zombie". D'altra parte i repubblicani moderati servono al tycoon per vincere le elezioni e fanno gola anche a Joe Biden. Michael Tyler, il direttore della comunicazione della campagna del presidente ha dichiarato, poco dopo il discorso dell'ex governatrice, che i democratici continueranno a "cercare quei milioni di repubblicani che si oppongono a Trump e si preoccupano per il futuro della democrazia" sostenendo che Biden "è l'unico candidato per cui votare".

Il futuro

Quanto al futuro politico, il ‘semi-endorsement’ di Haley lascia intendere che non abbia nessuna intenzione di candidarsi alla vice presidenza, ipotesi peraltro esclusa dallo stesso Trump in un post sul social media Truth dell'11 maggio. "Non è nella lista, le auguro ogni bene", aveva liquidato la questione il tycoon. C‘è chi sostiene che, data la sua esperienza all'Onu, potrebbe puntare al ruolo di segretario di Stato ma è più probabile che l'ex candidata stia già pensando al 2028 e, a prescindere dall'esito del voto di novembre, inimicarsi i sostenitori del tycoon o il cuore del partito repubblicano non è una buona strategia. L'ex presidente non ha reagito per il momento al tiepido sostegno di Haley e ha preferito concentrarsi sui suoi guai giudiziari in attesa della sentenza della prossima settimana a New York.


Keystone
Il giudice Samuel Alito

Il caso Alito

Una delle bandiere simbolo dell'assalto del 6 gennaio, usata dagli irriducibili sostenitori di Donald Trump, è stata vista sventolare sul prato della casa al mare del giudice conservatore della Corte Suprema Samuel Alito, nominato da presidente George H. Bush nel 1990. Mostrando foto ottenute e citando interviste con i vicini, il New York Times riporta che una bandiera ’Appeal to Heaven‘ è stata vista sulla proprietà in New Jersey la scorsa estate. La bandiera, chiamata ’Pine Tree‘, risale alla guerra d'indipendenza americana e dopo essere caduta nell'oscurità negli ultimi anni è divenuta un simbolo del sostegno a Trump. La bandiera è associata al nazionalismo cristiano e al movimento "Stop the Steal", quello dei sostenitori della ’big lie‘ delle elezioni del 2020.

Per Alito le foto del New York Times sono un nuovo colpo pesante, visto che solo la scorsa settimana è stato accusato di aver lasciato sventolare una bandiera a stelle e strisce capovolta, simbolo dei fan dell'ex presidente, alla vigilia dell'insediamento del presidente Joe Biden. Il giudice è intervenuto per spiegare l’‘incidente’ e ha puntato il dito contro la moglie, rea di averla installata in quel modo per rispondere agli insulti di un vicino.

La difesa

I due scandali delle bandiere a ridosso uno dell'altro scatenano l'ira dei democratici, che chiedono a gran voce che Alito si tiri fuori "immediatamente" dalla discussione dei casi legati al voto 2020. I repubblicani fanno invece muro intorno al giudice. "È una polemica scandalosa", ha criticato aspramente John Bolton, l'ex consigliere alla sicurezza nazionale di Trump, mettendo in evidenza come la bandiera è dell'era della guerra di indipendenza ed è uno "scandalo" che sia ora vietata perché "qualche manifestante il 6 gennaio l'ha fatta sventolare".

La Corte Suprema scoraggia i dipendenti dal mostrare apertamente posizioni politiche e, fra le altre cose, non permette gli adesivi sul paraurti dell'auto. Regole etiche altamente contestate ritenute inadeguate di fronte agli scandali che nell'ultimo anno stanno travolgendo i saggi.

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