Estero

Sì della Camera Usa agli aiuti per Ucraina, Israele e Taiwan

I disegni di legge si sbloccano dopo mesi di stallo con una maggioranza bipartisan

Proteste pro Palestina fuori dal Congresso Usa
(Keystone)
21 aprile 2024
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Con una maggioranza bipartisan, la Camera Usa approva dopo uno stallo di mesi i disegni di legge sugli aiuti all'Ucraina, Israele e Taiwan per un totale di 95 miliardi di dollari.

Un via libera tanto agognato per Volodymr Zelensky che gioisce "per la decisione che mantiene la storia sulla strada giusta. La democrazia e la libertà avranno sempre un significato globale e non verranno mai meno finché l'America contribuirà a proteggerle".

Plauso anche dal segretario generale della Nato Jens Stoltenberg, secondo cui il nuovo pacchetto "ci rende tutti più sicuri, in Europa e in Nord America", mentre il Cremlino afferma che il pacchetto di aiuti "ucciderà ancora più ucraini a causa del regime di Kiev".

Il voto arriva sull'onda dell'escalation del conflitto in Ucraina e delle sempre maggiori difficoltà al fronte di Kiev. Anche oggi ci sono stati attacchi e vittime su entrambi i fronti. Così come alte sono le tensioni in Medio Oriente, dopo il duello diretto tra Israele e Iran.

Sviluppi che hanno indotto lo speaker repubblicano della Camera Mike Johnson a sfidare il rischio di essere sfiduciato dalla fronda trumpiana, contraria ai fondi per Kiev, e a portare in aula il maxipacchetto di aiuti esteri già approvato dal Senato due mesi fa ma scorporandolo in quattro distinti progetti di legge.

Una mossa – sostenuta anche dalla Casa Bianca – per consentire a tutti di esprimere il proprio dissenso (i repubblicani sugli aiuti all'Ucraina, i progressisti su quelli a Israele) ma incassando il risultato con maggioranze bipartisan garantite dall'appoggio determinante dei democratici. Come nel test sul voto procedurale di venerdì, finito 316 a 94, con 165 dem a favore, un numero superiore ai 151 repubblicani.

"Oggi i membri di entrambi i partiti alla Camera hanno votato per promuovere i nostri interessi di sicurezza nazionale e inviare un messaggio chiaro sulla potenza della leadership americana sulla scena mondiale", afferma soddisfatto Biden.

Gli aiuti a Kiev

La legge per Kiev prevede 60 miliardi, di cui 23 resteranno in Usa per riapprovvigionare gli arsenali Usa, mentre 7,8 miliardi di aiuto finanziario diretto al bilancio ucraino saranno sotto forma di un prestito che potrà essere cancellato dal presidente, dopo le elezioni del 5 novembre: una concessione in omaggio a Donald Trump, che se tornerà alla Casa Bianca potrà esigere la restituzione della somma.

Previsto anche l'obbligo per il presidente di trasferire immediatamente i missili Atacms a lungo raggio all'Ucraina, salvo rischi agli interessi nazionali americani. Il Pentagono ha già fatto sapere di essere pronto a mandare la prima fornitura bellica nel giro di pochi giorni, dopo l'approvazione del senato e la firma di Biden (attese nel weekend): la prossima settimana Kiev potrebbe avere nuovi pezzi di artiglieria, comprese le munizioni da 155 mm, e sistemi di difesa aerea, come i Patriot.

Il pacchetto per Israele

La legge per Israele stanzia 26 miliardi, in gran parte destinati a rifornire gli arsenali dell'alleato. Nove però sono gli aiuti per a Gaza: un modo per superare le riserve dei dem progressisti, preoccupati per la crescente catastrofe umanitaria nella Striscia. Israele è comunque soddisfatta perché gli aiuti militari statunitensi da parte "inviano un forte messaggio ai nostri nemici".

Il sostegno a Taiwan

In un terzo provvedimento ci sono 8,1 miliardi per l'Indo-Pacifico, dove Taiwan fa la parte del leone. La Camera ha approvato anche misure per il bando di TikTok qualora non venisse ceduta provocando la reazione dell'app cinese che grida alla violazione della libertà di espressione. E via libera all'uso degli asset russi congelati in Usa a favore della ricostruzione dell'Ucraina, un passo che sta discutendo anche il G7. Un ultimo provvedimento prevede una stretta sull'immigrazione.

Gli sviluppi sul fronte ucraino

Mosca e Kiev continuano intanto i combattimenti, accusandosi reciprocamente di aver causato vittime civili, almeno tre per parte. Un raid russo ha ucciso un uomo nella regione centrale di Dnipropetrovsk, mentre attacchi di artiglieria su edifici residenziali nella città nord-orientale di Vovchansk – nella regione di Kharkiv – hanno provocato la morte di altre due persone. Missili anche su Odessa, dove è stata colpita una non meglio precisata "infrastruttura".

Gli attacchi ucraini con droni hanno preso di mira otto regioni russe, mietendo tre vittime in quella di Belgorod (tra cui una donna incinta, denunciano i russi) e colpendo alcune infrastrutture energetiche in quella di Smolensk.