La Camera approva la promessa elettorale di Tusk. Ma c'è il veto del presidente Duda
La nuova Polonia di Donald Tusk, quella che dall'ottobre scorso ha abbandonato il corso sovranista e conservatore che per otto anni aveva seguito sotto la guida del Pis di Jaroslaw Kaczynski, ha fatto un primo storico passo parlamentare verso una liberalizzazione dell'aborto.
Un percorso su cui però si intravedono già divergenze interne alla maggioranza di governo e soprattutto il veto del presidente Andrzej Duda. Dopo aver respinto mozioni contrarie del Pis, la Camera bassa del parlamento polacco (Sejm) ha approvato quattro disegni di legge presentati dalle tre formazioni che compongono la coalizione filo-Ue di Tusk.
Keystone
Attiviste pro-aborto
Le votazioni si sono svolte in un contesto di profonde divisioni sull'allentamento di una delle leggi più restrittive d'Europa in fatto di interruzione di gravidanza, che punisce l'aborto nel Paese a radicata tradizione cattolica. "Manteniamo la nostra promessa! Il Parlamento procederà con tutti i progetti relativi al diritto all'aborto", ha esultato sui social la Coalizione Civica, l'alleanza che risponde direttamente a Tusk.
Attualmente in Polonia l'aborto è consentito solo in caso di stupro o incesto, o se la gravidanza mette a rischio la vita o la salute della madre. Le quattro proposte, due delle quali liberalizzano l'aborto fino alla dodicesima settimana, devono ora passare al vaglio di una commissione parlamentare speciale, subito convocata, e poi essere sottoposte a un nuovo voto del Sejm. "Per la prima volta dal 1996, progetti che liberalizzano l'accesso all'aborto in Polonia saranno esaminati in seconda lettura. È un momento storico", ha dichiarato Kamila Ferenc, esponente della Federazione delle donne e della pianificazione familiare. Tuttavia, anche se il parlamento dovesse approvare le riforme, è improbabile che il presidente Duda, conservatore cattolico e alleato del Pis, le promulghi.
Keystone
Il presidente Andrzej Duda
La coalizione di Tusk non ha la maggioranza dei tre quinti necessaria per annullare un veto del presidente e, in caso di stallo, dovrà attendere le elezioni presidenziali dell'anno prossimo sperando di imporre un candidato liberale. "Anche se questo processo sarà meno rapido, più lungo, continuerà", ha affermato il premier mostrandosi conscio dell'ostacolo. Il varo della legislazione è stato anche un test per l'alleanza governativa che include parlamentari riluttanti a votarla: "Abbiamo votato a favore di tutti i progetti. Lo abbiamo fatto per rispetto della democrazia e per la stabilità della coalizione", ha detto Szymon Holownia, presidente del Parlamento. Tusk, esprimendo "una soddisfazione moderata e cauta", ha sottolineato che il programma minimo della coalizione governativa è "non litigare".