stati uniti

Soldato americano si dà fuoco fuori all'ambasciata d'Israele

Morto per le ustioni. ‘Non voglio essere complice di un genocidio’

Aaron Bushnell
(Facebook)
26 febbraio 2024
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Al grido di ‘Palestina libera’ un militare dell'aeronautica americana si è dato fuoco davanti all'ambasciata di Israele a Washington. Un gesto di protesta estremo, trasmesso in diretta su Twitch e finito in tragedia con la morte del soldato 25enne Aaron Bushnell per le gravi ustioni riportate. "Non voglio più essere complice di un genocidio!", ha urlato il militare in tuta mimetica davanti all'entrata della sede diplomatica. "Sto per compiere un gesto di protesta estremo ma rispetto a ciò che stanno subendo i palestinesi per mano dei loro colonizzatori, non è estremo affatto", ha dichiarato, prima di cospargersi con della benzina e darsi fuoco attorno alle 13 di domenica.

I primi a intervenire sono stati gli agenti del Secret Service che hanno provato a spegnere le fiamme, poi sono intervenuti anche i pompieri ma la corsa in ospedale è stata inutile. La Us Air Force ha confermato la morte di "un soldato attivo dell'aeronautica" senza fornire ulteriori dettagli per rispetto della famiglia. Nessun altro è rimasto ferito all'ambasciata né nelle strade circostanti, mentre il video del gesto è stato rimosso da Twitch perché contrario alle linee guida della piattaforma.

Sul profilo di Bushnell, che come immagine aveva una bandiera palestinese, non c'era nessun altro contenuto postato. Dall'inizio della guerra di Israele contro Gaza, dopo gli attentati di Hamas del 7 ottobre, e con il bilancio delle vittime che sfiora le 30.000 persone secondo i dati del ministero della Salute palestinese, sono aumentate le proteste in tutti gli Stati Uniti. A dicembre un'altra persona si è data fuoco fuori dal consolato israeliano ad Atlanta, in Georgia, sventolando una bandiera palestinese, ma in questo caso è sopravvissuta alle ustioni e in quasi tutti i weekend ormai a Washington e in altre grandi città americane vengono organizzate manifestazioni o sit-in pro Gaza.

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