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La Pianura Padana soffocata dallo smog? Forse non proprio

Oltre a classifiche e titoli allarmistici, le polveri fini restano un serio – e ciclico – problema per l'ambiente e la salute delle persone

In sintesi:
  • In nove province italiane scattano le ‘misure anti-inquinamento’
  • L'esperienza di una luganese che ora vive a Milano
  • Per capire meglio il fenomeno ci vengono in aiuto i dati forniti dall’Agenzia spaziale europea
Nebbia e aria inquinata nella Pianura Padana
(Copernicus/ESA)
21 febbraio 2024
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A Milano e dintorni tira una brutta – bruttissima – aria. E non se la passano meglio nemmeno altre città come Torino e Lecco o le più vicine – territorialmente parlando – Como e Varese. La colpa però non è da ricercare in un qualche trambusto politico, bensì nell'inquinamento atmosferico che, da circa una settimana, ha superato i livelli massimi consentiti dalla legge in maggior parte del Nord Italia, con rischi per la salute non indifferenti.

La problematica non è una novità, però per queste realtà, come ci dice Ginevra, una giovane donna cresciuta nel Luganese e ora abitante della Metropoli: «L’inquinamento è sicuramente un tema sempre più discusso qui a Milano. Dopo la notizia uscita lunedì che la città era nella top 3 delle città più inquinate al mondo c’è stato allarmismo, ma dopo che si è capito che in realtà non era del tutto vero la questione è già quasi passata del tutto. Ovviamente di smog ce n’è tanto, si vede spesso questa foschia grigia e densa nell’aria e lo si nota anche dallo sporco in casa sempre più frequente se si tengono le finestre aperte anche per poco tempo».

Il tema, come anticipato dalla nostra intervistata, è sul tavolo da giorni nella stampa italiana, con qualche eco anche in Ticino, grazie soprattutto a una classifica, pubblicata da un'azienda produttrice di impianti per la pulizia dell'aria – con sede nel canton San Gallo – in cui il capoluogo lombardo risultava essere la terza città più inquinata al mondo. In realtà proprio così non è, ma ci arriviamo.

La Pianura Padana coperta di bianco, ma è una nube di ‘smog’

Ben prima di una classifica sensazionalistica la situazione non particolarmente positiva è stata illustrata (in modo molto più efficace e scientifico) da una fotografia e un'animazione realizzate dall’Agenzia spaziale europea (Esa) sulla base dei dati raccolti con i sistemi satellitari di Copernicus. La prima mostra un'enorme nube bianca che sovrasta tutta la Pianura Padana. A prima vista potrebbe essere scambiata per una semplice nuvola, ma in realtà è smog. Il video invece, frutto di più sequenze immortalate durante il mese di gennaio, illustra come l'aria sia stata altamente ‘sporcata’ in quasi tutta la regione e in molti casi anche nelle zone prealpine e preappenniniche, con più giorni consecutivi tinti di rosso scuro, il che sta a significare una qualità dell'aria "estremamente scarsa", ovvero il peggior livello possibile.

Il problema, come spiegato dalla stessa Esa, è oramai ‘ciclico’ e si riconduce a due fattori principali: la regione densamente popolata e altamente industrializzata genera grandi emissioni di inquinanti e la particolare conformazione a ‘imbuto’ del territorio che intrappola e non lascia circolare le polveri fini.

Dati oltre i limiti consentiti

Come detto poc’anzi, negli ultimi giorni, la qualità di ciò che hanno respirato gli abitanti delle principali città della Pianura Padana è drasticamente peggiorata per via del ristagno di aria, aggravato anche da un inverno particolarmente secco, caldo e privo di piogge. Milano, ad esempio, ha registrato valori di PM10 (“PM” è l’abbreviazione di "materiale particolato" e il numero a fianco sta a indicare la grandezza del diametro della particella) ben al di sopra dei limiti previsti dalla legge italiana. Infatti, secondo la giurisprudenza del Belpaese, i valori di PM10 non dovrebbero superare i 50 microgrammi per metro cubo in media giornaliera e i 40 microgrammi per metro cubo come media annuale, con la possibilità di superare tali limiti per un massimo di 35 volte l'anno.

Tuttavia, secondo gli ultimi dati disponibili diffusi da Arpa mercoledì e relativi alla giornata di martedì i dati registrati nelle centraline di Milano e provincia vanno da un minimo di 73 a un massimo di 122, a Monza e Brianza arrivano a 111, a Como 78, a Lecco 100, a Varese 94.

Misure antismog in 9 province

Per cercare di rientrare nei ranghi, in 9 province, Milano compresa, da mercoledì sono in vigore le misure antismog di primo livello come il divieto di circolazione dei mezzi più inquinanti durante il giorno. Entrando più nello specifico, nei comuni oltre i 30mila abitanti dalle 7.30 alle 19.30 è vietata la circolazione alle auto benzina fino a Euro 1 e diesel fino a Euro 4 tutti i giorni (e non solo dal lunedì al venerdì).

Nelle abitazioni la temperatura massima è fissata a 19 gradi ed è vietato accendere fuochi all'aperto, utilizzare stufe a legna fino a tre stelle e in agricoltura spandere liquami, digestati, fanghi di depurazione, fertilizzanti salvo iniezione e interramento immediato. Se la concentrazione degli inquinanti non scenderà per 6 giorni consecutivi scatteranno le misure antismog di secondo livello.

Oltre a questo sono scattate altre raccomandazioni come evitare di fare sport all'esterno, evitare di spalancare le finestre per arieggiare i locali, indossare la mascherina quando si esce anche se... «Di gente in giro che usa mascherine ce ne sono sempre, ma onestamente è difficile ormai sapere se è per la paura del Covid o per la qualità dell’aria. Al momento non ho cambiato le mie abitudini, ma da quando sono qua ho sempre cercato di girare solo con i mezzi pubblici o a piedi. La quantità di macchine e traffico nella città è sempre maggiore e nonostante siano state create zone limitate non penso che abbiano avuto un impatto così grande per ridurre problemi come l’inquinamento», ci racconta Ginevra.

L'Arpa Lombardia: ‘I dati di IQAir non sono accurati’

A corredo del bollettino con cifre e raccomandazioni, Arpa Lombardia, l'Agenzia regionale per la protezione dell'ambiente, facendo il punto della situazione si è anche espressa sull'affidabilità dei dati rilevati dalla società svizzera IQAir: "La classifica citata in questi giorni, tratta dal sito iqair.com fa riferimento a dati orari, che cambiano di ora in ora, con la conseguenza di produrre un elenco variabile a seconda del momento in cui lo si guarda. Lo stesso sito, a titolo di esempio, quando riporta le medie sul lungo periodo, colloca il capoluogo lombardo al 531esimo posto. Ancora più importante è sottolineare che spesso alcuni di questi siti considerano nelle proprie valutazioni sia i dati ufficiali provenienti da misure certificate come quelle di Arpa Lombardia sia quelli provenienti da altre misure, effettuate con strumentazione che può essere anche molto diversa e non equivalente a quella prevista dalla normativa".

Ma non solo. Secondo l'ente i dati non solo sarebbero in linea con le misurazioni passate, ma sarebbero pure migliori: "Durante lo scorso anno le precipitazioni di gennaio e diversi episodi di Favonio a febbraio hanno evitato il verificarsi di questa situazione, che è purtroppo frequente in questi primi mesi. Ciò che sta avvenendo è confrontabile in linea generale con quanto rilevato gli anni scorsi e migliore di quanto si misurava cinque, dieci o vent’anni fa".

A fargli eco, in conclusione anche Ginevra: «Sappiamo che sono state introdotte delle norme anti-inquinamento ma penso che dovrebbero trovare soluzioni a lungo termine. Non azioni che abbassino i livelli di polveri fini per “rientrare nella norma” e basta, ma cambiamenti che migliorino e tengano a un buon livello la qualità dell’aria. Sappiamo di vivere in una città piena di gente, di aziende, di macchine e quindi è difficile gestire la cosa ma ci sarà sicuramente un modo per migliorare la situazione, ne va del bene di Milano».

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