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Scontri al presidio pro Palestina: ‘la Rai nega il genocidio’

Dieci feriti lievi a Napoli dopo la protesta nata in seguito al comunicato letto da Mara Venier in diretta tv in contrasto alle parole del cantante Ghali

Una maschera di "Ricciolino", personaggio lanciato a Ghali, durante le proteste
(X)
13 febbraio 2024
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Finisce con scontri tra manifestanti e forze dell'ordine (dieci i feriti lievi, cinque per parte) il presidio indetto dalla Rete sociale per la Palestina di Napoli all'esterno della sede Rai nel capoluogo campano. L'iniziativa era stata organizzata per protestare contro il documento dell'Ad di viale Mazzini, Roberto Sergio, letto da Mara Venier durante Domenica In dopo la dura presa di posizione dell'ambasciatore israeliano per lo "stop al genocidio" chiesto dal rapper Ghali sul palco di Sanremo.

Doveva trattarsi di un'iniziativa pacifica, ma quando alcuni dei duecento manifestanti provano ad affiggere uno striscione ai cancelli della Rai, difesi dagli agenti in assetto antisommossa, scoppia il caos. Mimì Ercolano, 45 anni, tre figli, sindacalista del Si-Cobas, riporta una ferita alla testa e viene ripresa con il volto coperto di sangue. La foto diventa virale sul web, le conseguenze per lei non sono gravi: "Un gran mal di testa e cinque giorni di prognosi, ma sono pronta a scendere di nuovo in piazza. Eravamo armati solo di bandiere ma siamo stati manganellati, una reazione violenta e spropositata che la dice lunga sul nuovo stile delle questure verso le manifestazioni di piazza".

Ferito anche un fotoreporter

Durante i tafferugli anche un fotoreporter resta ferito al sopracciglio. La situazione poi torna normale, e il presidio si scioglie quando uno dei manifestanti ottiene un'intervista ai microfoni della Rai per spiegare le ragioni del sit-in. "Pretendiamo - dicono gli esponenti della Rete pro Palestina - una televisione pubblica che non minacci la libertà di parola, che non censuri e non neghi un genocidio in atto: oltre 100.000 tra uccisi e feriti gravi, di cui il 70% donne e bambini, come ha evidenziato la Corte Internazionale di Giustizia".


Keystone
Ghali sul palco di Sanremo

All'iniziativa di piazza partecipa anche l'ex sindaco di Napoli Luigi de Magistris: "Era necessario - racconta - protestare contro l'uso politico della televisione pubblica da parte dell'amministratore delegato Roberto Sergio che schiera la radiotelevisione pubblica italiana a favore dello Stato d'Israele prendendo le distanze dal cantante Ghali che aveva osato parlare di genocidio. Il bilancio per chi ha chiesto giustizia per il popolo palestinese, la fine dell'occupazione israeliana, il cessate il fuoco, è di molte manganellate, con teste aperte e molto sangue".

Polemica politica

La polemica politica scoppia dopo pochi minuti dalle notizie dei disordini. "C‘è un clima irrespirabile di regime. Chiediamo a Piantedosi di assumersi la responsabilità di quanto è venuto a Napoli e di chiarire cosa abbia reso necessario una simile reazione", dicono gli esponenti del Movimento 5 Stelle in commissione di Vigilanza Rai. "Il ministro deve venire a riferire subito nell'Aula della Camera sull'aggressione da parte delle forze dell'ordine a dei giovani che manifestavano pacificamene a Napoli contro la guerra israeliano-palestinese", chiedono poco dopo i parlamentari del Pd, del M5s e di Avs.

l leader della Lega Matteo Salvini invece esprime "solidarietà umana e culturale a Roberto Sergio e totale condanna per chi insulta e minaccia professandosi ’pacifista'", in un pomeriggio che vede scuotere viale Mazzini anche dalla reazione di "fortissimo disappunto" della presidente Rai, Marinella Soldi, contro la nota dell'amministratore delegato. Un'iniziativa, argomenta Soldi, non condivisa tra i vertici del servizio pubblico e che a suo avviso sarebbe stata frutto di mancanza di riflessione e di cautela, rischiando di far apparire l'azienda divisa e di parte. Intanto si moltiplicano i presidi pro Palestina davanti alle sedi della Rai: oggi dopo Napoli è toccato a Firenze, Torino e Trento, domani sarà la volta di Milano, sabato di Roma.

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