medio oriente

L'Unrwa: ‘Senza fondi saremo costretti a fermarci’

Tel Aviv chiede le dimissioni dello svizzero Lazzarini, responsabile dell’agenzia. Attesa sulla tregua ma Hamas alza la posta: ‘Israele si ritiri da Gaza’

Gli aiuti targati Unrwa durante la pandemia
(Keystone)
29 gennaio 2024
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Sono ore di attesa nello sforzo diplomatico per gli ostaggi a Gaza. La bozza di intesa, negoziata da Israele, Stati Uniti, Egitto e Qatar a Parigi, è stata sottoposta a Hamas ed è pronta a passare anche sotto l'esame del gabinetto di guerra israeliano. Lo Stato ebraico resta cauto, c'è "ancora una lunga strada davanti". Ma nelle ultime ore si sono comunque registrati progressi: il quadro discusso prevede una prima pausa di 30 giorni che porterebbe al rilascio delle donne, dei bambini e degli anziani ancora in ostaggio.

I negoziati

Durante questa fase, seguirebbero discussioni su una seconda fase di altri 30 giorni per la liberazione di soldati israeliani e civili adulti di sesso maschile. Altri elementi dell'accordo rimangono invece poco chiari, compreso il numero di prigionieri palestinesi scambiati per ogni ostaggio e la quantità di aiuti umanitari da far entrare ogni giorno a Gaza. E soprattutto, non è chiaro se Hamas sarà disposto ad accettare una nuova pausa che non includa clausole per un cessate il fuoco permanente, o se stia ancora una volta giocando al rialzo per prendere tempo. Mentre Israele si sarebbe detto "disponibile" a una durata complessiva di 60 giorni, a poche ore dall'incontro a Parigi i miliziani hanno invece smorzato le aspettative ribadendo che per loro "il successo" di questa iniziativa "dipenderà dal fatto che Israele accetti di porre fine all'aggressione globale alla Striscia di Gaza" una volta per tutte.


Keystone
Un manifesto anti-israeliano davanti alla Casa Bianca

Dichiarazioni a parte, ora la palla passa al gruppo palestinese, chiamato a valutare la proposta sponsorizzata anche dai loro negoziatori arabi, mentre si fa sempre più impellente la necessità di una svolta che porti sollievo alla popolazione di Gaza martoriata da mesi di bombardamenti.

Il caso rifugiati

La crisi umanitaria nell'enclave si fa sempre più profonda e l'Unrwa lancia l'ennesimo allarme sul futuro degli aiuti umanitari per due milioni di palestinesi, mentre si allarga la platea di Paesi che hanno deciso di sospendere i fondi per l'agenzia Onu travolta dallo scandalo che vede almeno 12 dipendenti sospettati di coinvolgimento negli attacchi del 7 ottobre. "Se i finanziamenti non verranno ripristinati, non saremo in grado di continuare i servizi e le operazioni in tutta la regione, inclusa Gaza, oltre la fine di febbraio", ha riferito un portavoce dell'agenzia. Parole che scivolano addosso al ministro degli Esteri israeliano Israel Katz, che si scaglia nuovamente contro il capo dell'Unrwa Philippe Lazzarini. "Impiegati dell'Unrwa - ha denunciato - hanno partecipato al massacro del 7 ottobre. Lazzarini dovrebbe trarre le conclusioni e dimettersi", ha chiesto ancora il ministro dopo aver annullato tutti gli incontri col commissario dell'agenzia. "I sostenitori del terrorismo non sono benvenuti qua", ha tuonato.


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Philippe Lazzarini, responsabile dell’Unrwa

Il dossier sul 7 ottobre

Nel frattempo emergono nuovi dettagli drammatici sui 12 impiegati accusati di aver partecipato ai crimini di Hamas nel sud di Israele. Secondo un dossier dell'intelligence israeliana ottenuto dal New York Times, 10 di loro erano membri di Hamas e uno della Jihad islamica. Tra le accuse, uno dei dipendenti - secondo il dossier - sarebbe implicato nel rapimento di una donna israeliana, un altro avrebbe distribuito munizioni e portato a Gaza il corpo senza vita di un militare. Un terzo avrebbe preso parte al massacro in un kibbutz dove morirono 97 persone. Accuse pesantissime, che non fanno altro che alimentare la bufera sull'agenzia e spingere sempre più Paesi a sospendere i finanziamenti. Una decisione presa nelle ultime ore anche da Giappone, Austria e Romania mentre l'Ue, che non prevede nuovi stanziamenti fino alla fine di febbraio, "deciderà alla luce delle gravissime accuse". Tra i grandi Paesi occidentali, solo la Spagna ha deciso di "non modificare il proprio rapporto con l'Unwra", sottolineando che le indagini riguardano una decina di dipendenti su 30.000 lavoratori. Madrid ritiene inoltre "indispensabile" il ruolo dell'agenzia per "alleviare" la "terribile catastrofe umanitaria" a Gaza. (ANSA).

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