medio oriente

L’Iran colpisce anche in Pakistan, il conflitto si allarga

Islamabad: chiarimenti o risponderemo. L’Italia, intanto, si dice pronta per la missione Ue nel Mar Rosso insieme a Francia e Germania

Gli effetti dell’attacco in Iraq di ieri
(Keystone)
17 gennaio 2024
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L'intero Medio Oriente è ormai una polveriera: dopo Gaza, il Libano e il Mar Rosso, il perimetro delle turbolenze continua a estendersi. L'Iran nello spazio di 24 ore ha prima lanciato attacchi in Siria e Iraq e poi si è spinto fino al Pakistan, a caccia di "terroristi" e "spie del Mossad". Provocando le proteste dei Paesi confinanti e la minaccia di ritorsioni.

L'iniziativa di Teheran è un'altra miccia innescata dal cosiddetto Asse della Resistenza, che dal 7 ottobre moltiplica focolai di crisi sfidando gli "apostati" sunniti amici dell'Occidente, lo Stato ebraico e gli Stati Uniti, e mettendo sempre più in crisi proprio la pax americana. In questo fronte sciita in ebollizione l'Europa guarda con particolare preoccupazione agli Houthi in Yemen, per i danni prodotti al commercio marittimo dai loro raid ai mercantili.

La risposta che si profila è una nuova missione militare dei 27, dedicata alla protezione delle navi civili. Il raid iraniano in Pakistan è stato condotto martedì contro un "gruppo terrorista" che aveva "cercato di infiltrarsi sul nostro territorio per compiere sabotaggi", ha riferito il governo di Teheran. Il blitz, con droni e missili, ha preso di mira il quartier generale del Jaish al-Adl, movimento separatista sunnita del Baluchistan che darebbe ospitalità ai miliziani iraniani.


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Hossein Amir-Abdollahian. ministro degli Esteri iraniano, a Davos

Islamabad si dice pronta a rispondere

La tensione è subito salita alle stelle perché Islamabad ha denunciato la morte di due bambini e ha convocato il rappresentante diplomatico della Repubblica islamica per protestare contro "una violazione ingiustificata del suo spazio aereo". Annunciando poi di "riservarsi il diritto" di rispondere. I due governi si sono spesso accusati a vicenda di consentire ai combattenti ribelli di operare dal territorio dell'altro per lanciare attacchi, ma secondo alcuni analisti un'operazione oltreconfine di questa portata da parte dell'Iran non ha precedenti.

L'escalation tra Iran e Pakistan ha creato allarme a Pechino, che ha lanciato un appello ai due Paesi alleati alla "moderazione". Eppure Teheran in questa fase sembra intenzionata a voler dare un segnale di forza per rimettersi al centro dello scacchiere regionale, sullo sfondo della guerra a Gaza e dell'eterna contrapposizione con Usa e Israele. Come dimostrano anche i raid in Siria e nel Kurdistan iracheno che hanno preceduto l'attacco in Pakistan.

Fino ad ora il regime degli ayatollah si era limitato a benedire gli attacchi contro lo Stato ebraico dei suoi alleati, gli Hezbollah in Libano, gli Houthi in Yemen e le milizie sciite irachene e siriane.

Gli Houthi si fanno sentire

Proprio gli Houthi sono tornati a sfidare gli alleati dello Stato ebraico, affermando che continueranno a colpire i mercantili nel Mar Rosso, mentre gli Usa li hanno nuovamente inseriti nella lista dei terroristi. E in serata l'autorità britannica che monitora i traffici nella zona ha reso noto che un drone ha colpito un'imbarcazione a sud-est del porto yemenita di Aden, provocando un incendio che poi è stato domato.


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Ribelli Houthi su un pick-up

La sicurezza di quest'area sarà tra i temi prioritari del G7 a presidenza italiana, e proprio Roma è impegnata con i partner europei per creare una nuova missione navale da schierare a protezione dei cargo. Il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha spiegato che "insieme con Parigi e Berlino stiamo formalizzando una proposta da presentare" agli altri Stati membri, e l'obiettivo è una "via libera politico" già lunedì prossimo, al Consiglio Esteri in programma a Bruxelles. "Per rendere operativa la missione il prima possibile", ha sottolineato il titolare della Farnesina.

La strategia europea

Lo schema a cui si lavora è un ampliamento del mandato della missione già attiva nello Stretto di Hormuz, la Agenor, lasciando ad Atalanta i compiti anti-pirateria per i quali era nata. L'operazione anti-Houthi avrebbe compiti difensivi (al contrario della coalizione anglo-americana, che si è spinta ad attaccare in suolo yemenita), e non viene esclusa la partecipazione di alleati extra-Ue, come la Norvegia, mentre i Paesi arabi sono stati invitati al Consiglio Esteri del 22 gennaio.

Prima che arrivi l'ok formale (forse al Cae del 19 febbraio), si dovrà affrontare la questione del comando e del quartier generale. L'auspicata continuità operativa e strategica con l'operazione Agenor permetterebbe di utilizzare il Quartier generale della Forza basato ad Abu Dhabi, mentre il Quartier generale operativo dovrebbe essere in Europa: all'Italia potrebbe essere richiesto di ospitarlo, ma nulla ancora è stato deciso. La procedura europea ha i suoi tempi ma nel frattempo ci sono le altre missioni operative e soprattutto, viene sottolineato, Roma ha le navi della sua Marina militare che operano in autonomia in funzione nazionale in un braccio di mare così strategico anche per l'economia italiana

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