Papa e sorella di Giulia si sono rivolti alle forze dell'ordine affinché si trovino i responsabili delle frasi ignobili che spuntano in rete
Neppure un mese dall’ondata emotiva che ha travolto l’Italia per l’assassinio di Giulia Cecchettin, e già la polvere degli haters si è sollevata per contrastare, a colpi di insulti e minacce via web, l’empatia per la sorte di papà Gino e a Elena, sorella della studentessa 22enne assassinata dall’ex fidanzato Filippo Turetta. Entrambi si sono rivolti alle forze dell’ordine perché la giustizia individui i responsabili delle frasi ignobili che spuntano quotidianamente dal buio della rete.
Il legale di Gino Cecchettin, Stefano Tigani, ha presentato una querela per diffamazione alla Polizia postale per i messaggi contenenti decine di frasi di odio e video deliranti rivolti a Giulia via web. Una seconda querela per diffamazione, secondo quanto si apprende, è stata fatta invece da Elena, la sorella di Giulia, nei confronti del consigliere regionale ed ex consigliere della lista Zaia, Stefano Valdegamberi che in un post aveva scritto che la ragazza “ha simboli satanici e fa la recita”.
Per qualcuno, a contribuire ad alimentare l’affiorare di offese e ingiurie potrebbe essere stata proprio l’esposizione mediatica a cui l’uomo, insieme alla cerchia familiare e amicale, si è prestato costantemente in queste settimane, trasformando un lutto personale in una sorta di tragedia collettiva. Offrendo, in qualche modo, un megafono alla voce di tutte le storie di femminicidi. E polemiche ci sono state anche per un articolo del Giornale di oggi che chiedeva “dov’era Gino Cecchettin” quando sua figlia veniva perseguitata da Turetta.
Questa sera Cecchettin ha accettato l'invito di Fabio Fazio a La 9 per la prima intervista televisiva in studio. Il papà di Giulia, fiocco rosso sulla giacca, ha ripetuto di voler continuare nella battaglia contro il patriarcato e il femminicidio: “l'idea - ha detto - è di fondare una associazione o una fondazione così come mi hanno consigliato, questa è una cosa che sta nei miei piani”. La laurea in ingegneria biomedica che Giulia avrebbe dovuto conseguire proprio nella settimana in cui è stata uccisa sarà consegnata con una cerimonia dall'Università di Padova presumibilmente a febbraio.
La posizione di Tigani rispetto agli hater è stata chiarita nel pomeriggio: “A seguito di numerose segnalazioni giunte da molti cittadini e apprese anche direttamente, Gino Cecchettin comunica che ogni attività diffamatoria e denigratoria posta in essere nei confronti propri e della famiglia troverà pronta reazione a termini di legge”. Lo stesso legale dell’associazione Penelope è sbigottito: “è spaventoso dover vedere azioni simili in una tragedia di queste dimensioni e nel dolore che la famiglia sta vivendo. E' doveroso assumere ogni iniziativa conseguente”.
In uno dei messaggi si dice perfino che Gino, essendo ingegnere, avrebbe calcolato ogni reazione al dramma per promuovere la sua azienda, nonostante fin dal giorno dei funerali, abbia chiarito senza ambiguità di volersi prendere una pausa lavoro. “Abbiamo tre mesi di tempo per agire penalmente – conclude Tigani – e siamo pronti a presentare anche cento denunce se necessario”.