diplomazia

‘In Svizzera i negoziati tra Puigdemont e i socialisti spagnoli’

Secondo i media iberici il leader catalano e i rappresentanti del Psoe sarebbero a trattare nella Confederazione, probabilmente a Ginevra

Carles Puigdemont
(Keystone)
3 dicembre 2023
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Negoziati tra i rappresentanti della sinistra al governo in Spagna e il partito catalano Junts del leader indipendentista Carles Puigdemont per trovare una via d'uscita alla crisi separatista sono iniziati oggi in Svizzera, probabilmente a Ginevra, nel più stretto riserbo. La televisione spagnola ha mostrato l'arrivo ieri delle due parti sulle rive del lago Lemano.

La sede delle trattative non è stata annunciata ufficialmente, ma la televisione pubblica spagnola Rtve e il quotidiano "El País" hanno riferito che si sarebbero svolti all'estremità del Lemano.

La segretezza che circonda l'avvio dei negoziati, alla presenza di un mediatore internazionale sconosciuto, sta suscitando notevoli polemiche in Spagna.


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Proteste anti-trattativa

Do ut des

In cambio del sostegno dei suoi deputati al ritorno al potere del socialista Pedro Sanchez a metà novembre, il partito di Puigdemont Junts per Catalunya ha ottenuto l'imminente adozione di una controversa legge di amnistia per gli indipendentisti perseguiti dalla giustizia, nonché l'apertura di negoziati sul "riconoscimento della Catalogna come nazione".

A causa delle "profonde differenze" su questo tema e della "sfiducia reciproca", Junts e i socialisti hanno deciso di istituire un "meccanismo internazionale (...) per accompagnare, verificare e monitorare l'intero processo negoziale".

Carles Puigdemont, fuggito dalla Spagna dopo il fallito tentativo di secessione della Catalogna nel 2017 per sfuggire ad azioni giudiziarie, secondo i media spagnoli si troverebbe in Svizzera, insieme a un membro della cerchia ristretta di Sanchez, Santos Cerdan.

Né Pedro Sanchez né Junts hanno confermato o smentito questa notizia, affermando di voler mantenere la massima discrezione. Si sono inoltre rifiutati di rivelare l'identità del mediatore.


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Il premier in pectore Pedro Sanchez

‘Meccanismo eccezionale’

Se il luogo è confermato, la scelta della Svizzera, sede per antonomasia della diplomazia, non è casuale, ha sottolineato Cristina Monge, politologa dell'Università di Saragozza.

Secondo l'accademica, Puigdemont sta cercando di far passare l'idea che la crisi catalana sia un "conflitto politico che ha bisogno di una mediazione per essere risolto" e non una violazione della legge da parte dei separatisti, che hanno tenuto un referendum nel 2017 nonostante fosse vietato dai tribunali prima di dichiarare unilateralmente l'indipendenza.

Interrogato giovedì dalla televisione pubblica, Pedro Sanchez ha difeso l'idea di una mediazione internazionale.

"Questo meccanismo è eccezionale", ha riconosciuto, ma la crisi separatista in Catalogna, che è stata "uno dei principali problemi (...) vissuti da questo Paese per 45 anni" dalla fine della dittatura franchista nel 1975, è "anch'essa eccezionale", ha spiegato.

"Se due parti non sono d'accordo e una terza ci accompagna (...), è una buona notizia perché può aiutarci a raggiungere un'intesa", ha aggiunto.

‘Sottomissione’

Tuttavia, le posizioni dei partiti indipendentisti e socialisti sul futuro della Catalogna saranno difficili da conciliare tanto sono diverse.

Carles Puigdemont chiede a gran voce un referendum sull'autodeterminazione, una linea rossa per i socialisti, che rifiutano tale consultazione in quanto contraria alla Costituzione spagnola.

Questi ultimi sostengono invece una maggiore autonomia per la ricca regione del nord-est della Spagna, che ha una popolazione di quasi 8 milioni di abitanti e gode già di ampi poteri. L'opposizione di destra, che domenica scenderà nuovamente in piazza a Madrid, denuncia la "sottomissione" di Pedro Sanchez al movimento indipendentista catalano.

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