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Ricercato per terrorismo, arrestato a Milano: sarà estradato

Il fermo era scattato in agosto in seguito a normali controlli contro i reati predatori: l'uomo ha reagito aggressivamente urlando ‘Allah Akbar’

Immagine di archivio
(Depositphotos)
9 novembre 2023
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Avrebbe lasciato l'Algeria nel 2015 per andare a "combattere" in Siria per l'Isis, di cui era "un appartenente", Chouial Yassine, il 37enne ricercato su mandato di cattura internazionale algerino per associazione terroristica arrestato dalla Polizia a Milano il 29 agosto alla stazione della metropolitana di Cadorna. Stando a quanto risulta dagli atti della Corte d'Appello di Milano, l'uomo sarà estradato in Algeria il prossimo 22 novembre.

"Mi piace l'Italia, ci vivo da un anno", ha detto l'uomo, che si è qualificato come un "ambulante di ricariche telefoniche", nell'udienza del procedimento per l'estradizione, davanti alla quinta penale d'appello presieduta da Francesca Vitale, che si è già concluso col via libera alla consegna all'Algeria. Tra l'altro, lo stesso 37enne, senza fissa dimora né documenti e che dormiva, emerge dagli atti, in una "moschea in zona Lampugnano" a Milano, ha dato il consenso all'estradizione. Negli atti dell'arresto, sul tavolo della Corte d'Appello milanese, si legge che l'uomo nella stazione della metro avrebbe tentato di "eludere il controllo" alla richiesta di documenti e avrebbe "spintonato" gli agenti, gridando "Allah Akbar" e cercando di afferrare dallo zaino un coltello con una lama di oltre 12 centimetri.

Il procedimento per l'estradizione, come risulta dagli atti, è iniziato nelle scorse settimane davanti ai giudici milanesi, dopo l'identificazione dell'arrestato il primo settembre. Nel corso del procedimento, in assenza degli atti richiesti all'Algeria entro il termine di 40 giorni, l'uomo era stato anche scarcerato e messo nel centro di permanenza per il rimpatrio di via Corelli a Milano. Successivamente, quando sono arrivate le carte algerine, è stata ripristinata la misura della custodia in carcere ed è stato dato, poi, l'ok all'estradizione dai giudici, come richiesto anche dal Ministero della Giustizia e dalla Procura generale milanese. Il rimpatrio sarà eseguito, si legge negli atti, il 22 novembre. Stando al mandato algerino, nel 2015 il 37enne, che parla italiano, aveva lasciato l'Algeria per andare a "combattere contro l'esercito siriano per l'Isis" e avrebbe anche avuto "contatti su Telegram con altri membri" del sedicente stato islamico.

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