elezioni Argentina

Milei non sfonda, progressisti in rimonta: sarà ballottaggio

Massa sorprende e frena l'onda populista dell’outsider che ormai veniva dato da molti per favorito. Si torna alle urne il 19 novembre

Sergio Massa sul palco
(Keystone)
23 ottobre 2023
|

I progressisti di Sergio Massa in rimonta a sorpresa nelle elezioni in Argentina, frenano la marea nera dell'anarco-capitalista Javier Milei e danno battaglia all'ultimo voto in vista del ballottaggio del 19 novembre. Il terreno di conquista è il serbatoio di preferenze della conservatrice Patricia Bullrich, grande sconfitta del primo turno, oltre alla caccia agli assenteisti, in un appuntamento con le urne che ha fatto registrare il tasso di partecipazione più basso degli ultimi quarant'anni (74%).

Sorpesa a sinistra

Massa, attuale ministro dell'Economia, alla guida di Union por la patria (Up) è in testa col 37%. L'ultraliberista Milei leader della Libertad Avanza (Lla) rincorre col 30%. Mentre il centro-destra di Juntos por el cambio (Jxc) rischia l'implosione dopo il magro risultato di Bullrich, fermatasi al 24%. Una debacle da psicodramma quella di Jxc, ora attraversato da una guerra tra fazioni proprio sul sostegno al ballottaggio. "Non ci congratuleremo con uno dei ministri del peggior governo di questo Paese", ha dichiarato a caldo la leader. E spazzando via le ipotesi di dialogo con Massa ha rincarato: "Non saremo mai loro complici". "Il futuro è promettente", ha esultato invece il presidente uscente Alberto Fernandez, che tuttavia ha disertato il quartier generale del suo ministro nel complesso C del quartiere portegno di Chacarita nella notte elettorale, dove i militanti tra canti e rulli di tamburo si sono lasciati andare all'euforia.


Keystone
Un combattivo Milei

Tace la vicepresidente Cristina Fernandez de Kirchner, grande ‘queen maker’ delle sorti del Paese nell'ultimo ventennio, condannata per corruzione, che nelle ore del voto aveva addirittura preso le distanze dal governo. Entrambi simboli di quelle divisioni interne con cui Massa ha promesso di voler fare finita, con la convocazione di "un governo di unità nazionale" dove le persone saranno scelte per le qualità e non per l'appartenenza politica. "Eravamo un pugno di cittadini. Gli oustider. Ora corriamo per la vittoria" gioisce Victoria Villarruel, vicepresidente in pectore dello schieramento dell'ultradestra.

Festa mancata

Tutto era pronto per i festeggiamenti all'hotel Sheraton Libertador. Poi i primi exit poll confidenziali hanno inchiodato Milei nella sua stanza di albergo al ventunesimo piano, a scrivere e riscrivere il suo discorso in compagnia di Eduardo Bolsonaro e della sorella Karina. Nella sua uscita di fronte ai fan l'uomo motosega nemico della casta è apparso teso, in tono minore. Solo un'ombra "del re del mondo perduto" che aveva cantato come una rockstar nell'atto finale della campagna elettorale.

"A novembre si dovrà scegliere tra la continuità di questo modello che ha impoverito l'Argentina o farla finita con l'inflazione, l'insicurezza e tornare a vivere in libertà. Questo non può avvenire che con noi" ha detto tendendo la mano ai conservatori. Ma la strada per accaparrarsi nuovi voti è in salita.

La crisi sullo sfondo

Milei spaventa con le sue ricette economiche estreme, con proposte come quella di consentire la vendita di organi, di liberalizzare le armi e i propositi di ridurre drasticamente lo Stato con l'eliminazione dei programmi di aiuto sociale. Mentre Massa, da molti identificato come un'emanazione del peronismo corrotto, deve convincere che essere ministro dell'Economia in un Paese sprofondato in una crisi economica esistenziale, non è in definitiva il risultato della sua incapacità.

Resta connesso con la tua comunità leggendo laRegione: ora siamo anche su Whatsapp! Clicca qui e ricorda di attivare le notifiche 🔔