Estero

Spagna, ‘quella discoteca doveva essere chiusa’

Bufera dopo la tragedia di sabato notte a Murcia, costata la vita a 13 persone perite nell'incendio dei locali. Accuse di mancati controlli delle autorità

2 ottobre 2023
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A Murcia un altro giorno di lacrime e di dolore per quelle 13 vite spezzate nella notte tra sabato e domenica nel rogo di due discoteche. Ma è anche la giornata della rabbia, perché quei locali non sarebbero dovuti essere aperti come stabilito da un'ordinanza che già nel gennaio del 2022 ne aveva intimato la chiusura per ‘irregolarità’.

Un elemento, reso noto dal vicesindaco e da un ex assessore della città a sud della Spagna, che ha gettato altra benzina sul fuoco sulle polemiche che si sono abbattute subito dopo la tragedia sul Comune e sulle autorità locali, accusate di mancanza di controlli adeguati. Di non aver fatto nulla per prevenire la strage.

Mentre anche gli ultimi dispersi venivano rintracciati fermando il drammatico bilancio a 13 vittime, il vicesindaco e un ex assessore - il popolare Antonio Navarro e Andres Guerrero del Psoe - trenta ore dopo il rogo hanno convocato i giornalisti per comunicare che già un anno e mezzo fa avevano emesso un'ordinanza di chiusura dopo aver riscontrato alcune irregolarità. E che quindi da mesi le discoteche sono rimaste aperte senza alcuna autorizzazione. Immediata la reazione dei cronisti che hanno chiesto perché gli addetti comunali non hanno verificato in tutti questi mesi l'effettiva chiusura. Domanda a cui gli amministratori hanno risposto in maniera vaga, spiegando che non è facile sapere se un locale è aperto o meno, nonostante sull'account Instagram de La Fonda ci siano tutti gli eventi che il locale ha organizzato dal giorno del divieto alla tragica alba del rogo.

Quei documenti che non si trovano...

Debole anche la versione dell'avvocato del gestore de La Fonda: aveva, è stata la linea di difesa, preso in affitto il locale dal proprietario del Teatre, l'altra discoteca, e non aveva mai ricevuto alcuna notifica dal Comune. Inoltre era in possesso di tutti i documenti in ordine, peccato che - ha spiegato - siano andati in cenere nell'incendio. Quanto alle responsabilità, il legale ha sostenuto che le fiamme sono partite dalla discoteca adiacente e da lì si sono propagate a La Fonda. Insomma, ci sono tutte le premesse per una durissima battaglia legale, di tutti contro tutti, in cui però almeno per oggi sembra difficile distinguere le responsabilità.

Sulle reali cause del disastro bisognerà attendere: la scientifica entrerà in azione solo in condizioni di sicurezza, non prima di martedì. Resta tra le ipotesi quella di un cortocircuito, tenuto anche conto di un precedente del 2009, quella volta senza vittime. Ma nelle ultime ore non si esclude che a innescare le fiamme possano essere stati quei ‘bengala’ che si usano sulle torte di compleanno o vicino alle bottiglie di champagne. Sui social, si stanno diffondendo diversi video girati prima del rogo che mostrano molti clienti con questi mini razzi.

Intanto si moltiplicano le testimonianze di quei drammatici momenti: "Stavo con un'amica nel bagno. Da lì - racconta una ventenne sopravvissuta alla strage - abbiamo sentito delle grida. E siamo uscite di corsa. C'era tanto fumo, buio, non si vedeva niente, ma per fortuna siamo riuscite a uscire". Altri parlano di un tragico "labirinto" da superare al buio per poter mettersi in salvo.

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