A Bruxelles, dopo il nullaosta della Germania, è l’Italia a frenare. Baume-Schneider: in Svizzera situazione sotto controllo
È ancora stallo sulla riforma del sistema migratorio europeo. Oggi il dossier ha fatto un passo avanti durante la riunione dei ministri della giustizia e dell’interno degli Stati Ue/Schengen sulla situazione migratoria dopo che la Germania aveva dato il via libera a uno dei suoi testi chiave, tuttavia le obiezioni italiane hanno messo in dubbio l’imminenza di un accordo tra gli Stati membri. Il regolamento in discussione è pensato per organizzare una risposta europea in caso di afflusso massiccio di migranti in un Paese dell’Ue, come durante la crisi dei rifugiati del 2015-2016.
Berlino, che in precedenza si era rifiutata di approvare il testo per motivi umanitari, dopo alcune correzioni era finalmente pronta ad accettare la bozza. Ma proprio queste correzioni hanno irritato l’Italia. Roma “ha chiesto tempo per esaminare il contenuto di questa proposta in modo più approfondito, anche dal punto di vista giuridico”, ha dichiarato il capo della diplomazia italiana, Antonio Tajani. Secondo la stampa italiana, le riserve sono legate alle concessioni fatte alla Germania sulla protezione delle Ong che soccorrono i migranti in mare.
Il testo prevede l’introduzione di un sistema di deroghe meno protettivo per i richiedenti asilo rispetto alle procedure abituali, in caso di afflusso “massiccio” ed “eccezionale” di migranti. Il documento estende il periodo di tempo in cui i migranti possono essere trattenuti alle frontiere esterne dell’Ue – fino a 40 settimane – e consente procedure più rapide e semplici per l’esame delle domande di asilo per un numero maggiore di esuli (tutti quelli provenienti da Paesi in cui il tasso di riconoscimento, cioè il tasso di risposte positive alle domande di asilo, è inferiore al 75%), in modo che possano essere rimandati indietro più facilmente. Prevede inoltre l’attivazione rapida di meccanismi di solidarietà con lo Stato membro che deve affrontare questo afflusso, sotto forma di ricollocazione dei richiedenti asilo o di contributo finanziario.
A luglio non era stata raggiunta la maggioranza necessaria per adottare il regolamento: Ungheria, Polonia, Austria e Repubblica Ceca avevano votato contro, mentre Germania, Slovacchia e Paesi Bassi si erano astenuti. Il blocco del testo aveva provocato l’impazienza di molti Paesi dell’Ue e degli eurodeputati. Per fare pressione, la scorsa settimana il Parlamento europeo ha sospeso i negoziati con gli Stati membri su altri due regolamenti del pacchetto migrazione volti a rafforzare la sicurezza alle frontiere esterne.
L’obiettivo dichiarato è quello di adottare questo patto, che comprende una decina di atti legislativi, prima delle elezioni europee del giugno 2024, per non ripetere il fallimento della precedente Commissione nel concludere una revisione del sistema di asilo.