L'oppositore russo, in carcere da due anni e mezzo, il mese scorso è stato accusato di estremismo
È stato respinto l'appello dell'oppositore russo Alexey Navalny contro la condanna a 19 anni di reclusione inflittagli il mese scorso per un'accusa di "estremismo".
La testata SotaVision, citata a sua volta dall'Ong per la difesa dei diritti umani Ovd-Info, aveva precedentemente fatto sapere che la Corte aveva deciso di svolgere il processo a porte chiuse, parlando di presunte possibili "provocazioni" dei sostenitori del dissidente.
La condanna di primo grado è stata emessa ad agosto, in un momento storico in cui il Cremlino ha deciso di definire "estremiste" tutte le organizzazioni legate all'oppositore: sia gli uffici regionali di Navalny sia la sua Fondazione Anticorruzione le cui videoinchieste hanno creato più di un grattacapo a Putin e ai suoi alleati.
Navalny è considerato il principale avversario di Putin e si trova in carcere da due anni e mezzo. È stato arrestato nel gennaio del 2021, non appena ha rimesso piede a Mosca da Berlino, dove era stato curato per un avvelenamento che ha fatto temere per la sua vita e per il quale i principali indiziati, secondo gli occidentali, sono i servizi segreti russi.
Navalny denuncia inoltre continui soprusi in carcere e di essere ripetutamente rinchiuso in un'angusta cella di punizione.