Estero

Furti al British Museum: il direttore si dimette

Travolto dallo scandalo degli antichi gioielli spariti, Hartwig Fischer ha rassegnato le dimissioni, accettate dal cda dell'istituzione britannica

Misteri londinesi
(Keystone)
25 agosto 2023
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Getta la spugna il direttore del British Museum. Pressato da giorni dallo scandalo dei furti di gioielli e monili antichi, spariti dalle sue collezioni, Hartwig Fischer ha rassegnato le dimissioni, prontamente accettate dal consiglio di amministrazione della grande istituzione culturale britannica: “È evidente che il British Museum non ha reagito in modo soddisfacente come avrebbe dovuto agli avvertimenti arrivati nel 2021, e ora il problema è emerso appieno. La responsabilità di questo fallimento in definitiva ricade sul direttore”, ha scritto Fischer. Nell'accettare il passo indietro, l'ex cancelliere dello Scacchiere conservatore George Osborne, che presiede il British Museum, ha concesso al direttore l'onore delle armi, commentando che Fischer ha agito “con onore, facendo i conti con gli errori che erano stati compiuti” e che avevano condotto alla scomparsa di un numero mai precisato di oggetti preziosi in oro e pietre semipreziose, databili fra il XV secolo avanti Cristo, soprattutto gioielli romani e greci, al XIX secolo d.C.: oggetti che non erano esposti al pubblico ma facevano parte della vasta collezione dei depositi del museo, accessibile agli studiosi e accademici, e che probabilmente non verranno mai più recuperati. Si teme infatti che i ladri abbiano smantellato gli artefatti per renderli irriconoscibili, vendendone parti o fondendo i metalli preziosi. Il loro valore complessivo è stato stimato in decine di milioni, forse fino a 80 milioni di sterline.

I furti, che sarebbero iniziati nel 2019, aumentando nel periodo della pandemia da Covid, quando il museo restò chiuso per 163 giorni, secondo il Times, potrebbe addirittura essere iniziati silenziosamente una ventina d'anni fa. “Nessuno – ha scritto ancora Osborne nel messaggio di accettazione delle dimissioni – ha messo in dubbio l'integrità di Hartwig, la sua dedizione al lavoro e il suo amore per il museo”. Ma non lo hanno aiutato le recenti dichiarazioni, anzi la diatriba fra la direzione del museo e l'antiquario Ittai Gradel, l'uomo che nel febbraio del 2021 per primo si era accorto di quanto stava succedendo sottotraccia, avvertendo il British Museum dopo aver ritrovato parti di antichi gioielli romani messi in vendita su eBay a prezzi risibili rispetto al loro valore reale.

La rivelazione di Gradel diede l'avvio a un'inchiesta interna del museo, a una di Scotland Yard, e nei giorni è caduta la prima testa, con il licenziamento del curatore delle collezioni sulla Grecia antica, il 56enne Peter John Higgs, che si professa innocente. Il direttore Fischer ha difeso a spada tratta la prestigiosa istituzione imperiale britannica, rispondendo all'antiquario e mercante d'arte che “tutti gli oggetti erano stati individuati”, salvo poi affermare di avere “buone ragioni per ritenere” che Gradel abbia “nascosto informazioni” su altri oggetti delle collezioni del museo mancanti: affermazione respinta al mittente come una “menzogna bella e buona”. Gradel oggi ha detto alla Bbc che le dimissioni da parte del direttore Fischer sono state la decisione giusta, anche se “avrebbe dovuto farlo prima”, aggiungendo di “accettare le sue scuse”. La pressione sul direttore era aumentata quando la vicenda dei furti aveva rinfocolato il braccio di ferro fra Londra e Atene sulla restituzione dei marmi del Partenone, dando il pretesto all'Associazione degli archeologi greci di affermare che ora il British Museum non può più asserire di proteggerli.

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