Allerta sicurezza sul voto, anche un referendum sulle trivelle. Le urne chiudono alle 23 ora svizzera.
San Paolo – Sicurezza. È la priorità che ha guidato la scelta del presidente per gli oltre 13milioni di ecuadoriani chiamati alle urne. E nel Paese ancora sotto shock per l'omicidio del candidato centrista Fernando Villavicencio, scopertosi violento crocevia dei traffici dei narcos, la vittoria è destinata a chi ha saputo convincere di più su questo tema.
"Un momento decisivo per il Paese", ha affermato al momento del voto Luisa González, candidata di Rivoluzione cittadina, il movimento dell'ex presidente Rafael Correa, che dal Belgio continua a pilotare la politica ecuadoriana, e che i più maligni ritengono un possibile mandante per l'omicidio di Villavicencio. "Siamo all'altezza delle circostanze.
Affronteremo con determinazione ciò che significa rimettere in marcia questo Paese", ha proclamato Christian Zurita, sceso in pista in sostituzione di Villavicencio per il movimento Construye, e arrivato al seggio elettorale con casco, giubbotto antiproiettile, circondato da un imponente cordone di forze di sicurezza.
"Molti parlano, ma c'è solo uno che sa come si fa", ha indicato invece da Guayaquil Jan Topic, paracadutista, ex militare e uomo d'affari specializzato in sicurezza, soprannominato il Bolsonaro ecuadoriano, per le sue promesse di una "mano forte" per combattere la criminalità.
In realtà però il nuovo capo di Stato non avrà molto margine per cambiare le cose. Gli eletti di questa tornata resteranno in carica solo per un anno e mezzo. Fino alla scadenza della legislatura. Poi si tornerà al voto nel 2025, per un mandato regolare. A maggio infatti il presidente conservatore Guillermo Lasso aveva invocato la clausola costituzionale della "muerte cruzada" (morte reciproca) e sciolto il Parlamento controllato dall'opposizione per scampare all'impeachment, creando le condizioni per questo voto anticipato.
E gli ecuadoriani, con due referendum, si sono espressi anche su due questioni cruciali per il futuro della politica ambientale nel Paese, decidendo sullo sfruttamento dei giacimenti petroliferi all'interno del Parco Nazionale Yasuni, nell'Amazzonia ecuadoriana, e sull'estrazione nelle miniere d'oro nelle foreste del Choco Andino, in prossimità della capitale, Quito.
Nelle stesse ore oltre 9 milioni di elettori, in Guatemala, hanno scelto il successore del presidente della Repubblica, Alejandro Giammattei, in un teso ballottaggio tra l'outsider di centro-sinistra Bernardo Arévalo, 64 anni, del movimento Semilla, e Sandra Torres, 67, la ex first lady al suo terzo tentativo di aggiudicarsi la massima carica dello Stato, col partito conservatore Unione nazionale della Speranza (Une). Nel Paese attraversato dalla violenza, dove il 60% della popolazione vive sotto la soglia di povertà, e a migliaia emigrano ogni anno, il voto ha messo fine a 12 anni di governi di destra, compreso quello dell'uscente Giammattei, in un mandato segnato dalla repressione contro magistrati e giornalisti che denunciavano la corruzione dilagante.