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Il Niger snobba l'Ecowas e taglia i ponti con Parigi

Il blocco africano ha pronti i piani d'attacco. I golpisti: ‘Se ci provano, risponderemo’

Un supporter della giunta militare in preghiera
(Keystone)
4 agosto 2023
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Venti di guerra spirano dal Niger: il capo dei militari golpisti, il generale Abdourahamane Tchiani, ha snobbato la delegazione di alto livello dell'Ecowas portatasi a Niamey per sventare il rischio di un conflitto regionale che, in base a un ultimatum, incombe già per domenica. La giunta che ha deposto il presidente filo-occidentale Mohamed Bazoum ha tagliato due ponti con il suo storico Paese di riferimento, la Francia, annullando gli accordi militari e intimando lo sfratto all'ambasciatore di Parigi

Accordo per un intervento

Il blocco regionale della Comunità economica degli Stati dell'Africa occidentale, dal canto suo, ha annunciato che i suoi capi di Stato maggiore hanno definito i contorni di un intervento. Il tutto mentre Bazoum ha messo in chiaro la posta in gioco: il golpe del 26 luglio crea "rischi devastanti ben oltre i nostri confini" e, dopo Mali e Burkina Faso, fa cadere anche il Niger nella sfera di influenza della Russia.

Una delegazione dell'Ecowas su cui puntavano le speranze di una mediazione ha lasciato giovedì notte Niamey senza aver incontrato Tchiani. A ricevere gli emissari guidati dall'ex presidente nigeriano Abdulsalami Abubakar è stato solo un componente della giunta assieme ad altri quattro militari e un civile, senza che ci fossero annunci di svolte. Resta in piedi dunque l'ultimatum di sette giorni lanciato ormai quasi una settimana fa dell'Ecowas che ha minacciato anche l'uso della forza se Bazoum non verrà reinsediato entro domenica.

Minacce

"Qualsiasi aggressione" avrà "una risposta immediata e senza preavviso da parte delle Forze di Difesa e Sicurezza nigerine su uno dei membri" dell'Ecowas, "ad eccezione dei Paesi amici sospesi", ha minacciato il generale a capo del golpe riferendosi a Burkina Faso e Mali. Ouagadougou e Bamako hanno già dichiarato di considerare "una dichiarazione di guerra nei loro confronti" qualsiasi intervento contro il Niger.


Keystone
La riunione dell’Ecowas

A lasciar intendere che l'ultimatum potrebbe slittare o essere superato è stato Olushegun Adjadi Bakari, ministro degli Esteri del Benin, Paese che fa parte del blocco regionale da 15 Stati, dicendo che la diplomazia rimane la "soluzione privilegiata".

Parigi addio

La giunta - che ha annunciato la fine dei mandati degli ambasciatori proprio della Nigeria, oltre che di Usa, Francia e Togo - ha annullato unilateralmente "gli accordi di cooperazione nel campo della sicurezza e della difesa con la Francia", l'ex potenza coloniale il cui contingente militare di 1.500 uomini è dispiegato in Niger nella lotta al terrorismo in questo Paese afflitto dalla violenza jihadista. Bazoum, ostaggio dei militari ma ancora in grado di comunicare col mondo, significativamente dalle colonne del Washington Post ha avvertito che col Niger "l'intera regione centrale del Sahel potrebbe cadere sotto l'influenza russa" attraverso i mercenari del gruppo Wagner e il loro "brutale terrorismo".