Nea Dimokratia nei sondaggi è tra il 40 e il 50%. Syriza molto dietro, Pasok terzo
Dopo una campagna elettorale di cinque settimane, domenica quasi dieci milioni di cittadini greci sono chiamati nuovamente alle urne per eleggere il governo. Il leader del partito conservatore di Nea Dimokratia, Kyriakos Mitsotakis, alla ricerca di un secondo mandato come premier, aveva ottenuto una vittoria schiacciante nelle elezioni dello scorso 21 maggio: con il 40% dei voti, aveva doppiato il risultato del suo principale avversario, il partito di sinistra Syriza, guidato Alexis Tsipras, fermo al 20%. Ma il risultato, definito da Mitsotakis un "terremoto politico", non aveva garantito ai conservatori la maggioranza assoluta nel Parlamento composto da 300 seggi.
Il leader conservatore, consapevole che le prossime elezioni si sarebbero tenute con un diverso sistema elettorale approvato dal suo stesso governo, con un bonus di massimo 50 seggi per il primo partito, ha così scelto di non intraprendere i colloqui per formare un'alleanza, aprendo la strada a nuove elezioni con cui ottenere l'autonomia. Un obiettivo a portata di mano, se i risultati di maggio venissero confermati.
I sondaggi prevedono una netta vittoria della destra, data tra il 40 e il 45%, mentre Syriza si attesterebbe tra il 17 e il 20%; la terza forza politica, il partito socialista del Pasok, è data intorno all'11-12%. Il consenso di cui gode Mitsotakis non sembra essere stato intaccato dalla tragedia di Pylos, avvenuta il 14 giugno scorso, quando un peschereccio con a bordo fino a 800 migranti è naufragato a sud del Peloponneso.
"La maggioranza dei cittadini apprezza la scelta del governo di seguire una politica di immigrazione equa, ma rigorosa", ha dichiarato Mitsotakis durante un'intervista all'emittente Ant e ha poi accusato Tsipras di prendere di mira la Guardia costiera greca, riproponendo gli stessi argomenti della "propaganda turca".
Altrettanto dura è stata la risposta del leader della sinistra, che nel suo comizio di ieri in piazza Syntagma, nel centro di Atene, ha ribadito: "Non teniamo conto del costo politico quando si tratta di difendere i nostri valori. Dopo il più tragico naufragio della storia del nostro Paese, ci è stato detto: ‘non parlare, non chiedere, non fiatare’. Perché? Perché non erano ricchi, ma erano perseguitati, perché non erano greci, non erano nemmeno turisti, erano profughi".
Tsipras, il cui obiettivo politico è quello di non scendere sotto la soglia psicologica del 20%, ha poi accusato Mitsotakis di volere "orbanizzare" il Paese, puntando a creare un "regime democratico in stile ungherese". L'unico rischio, per i conservatori, è che con l'inizio dell'estate gli elettori siano meno motivati a votare, dopo la netta vittoria già conseguita a maggio. Mitsotakis ha cercato di consolidare il consenso, promettendo l'aumento del salario minimo a 950 euro e il rafforzamento del Servizio sanitario nazionale, sfibrato da anni di tagli alla spesa pubblica. Un'altra possibile preoccupazione per i conservatori arriva dalla galassia dei partiti di estrema destra che puntano a superare la soglia del 3% per entrare in Parlamento. Il numero dei seggi bonus di cui godrà la prima forza politica diminuisce infatti con l'aumentare dei partiti che entreranno in Aula. Tra questi c'è il partito Niki, considerato vicino alla frangia conservatrice della Chiesa ortodossa, che alle elezioni dello scorso maggio ha ottenuto il 2,9% dei voti e potrebbe, dopo domenica, entrare in Parlamento.