la tragedia nel mediterraneo

I superstiti del naufragio: ‘Abbandonati dai greci’

Le testimonianze dei sopravvissuti: ‘Se ne sono andati per dieci minuti, poi sono tornati per recuperare chi nuotava’

La barca affondata
(Keystone)
20 giugno 2023
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Le testimonianze raccolte riecheggiano come un atto d'accusa pesantissimo nei confronti della Guardia costiera greca. Mentre a largo sono continuate, per il settimo giorno consecutivo, le operazioni di ricerca di nuovi corpi del naufragio di un peschereccio, con a bordo fino a 800 migranti, avvenuto mercoledì scorso a sud del Peloponneso, le testimonianze di alcuni dei 104 superstiti chiamano direttamente in causa le autorità greche. "Quando la nave si è ribaltata sul posto, la Guardia costiera ha tagliato la corda e ha proseguito da sola. Si è allontanata e tutti abbiamo gridato. Dopo 10 minuti sono tornati con delle piccole barche per prendere le persone, ma non sono arrivati dove si trovava il peschereccio, hanno preso solo quelli che avevano nuotato e si erano allontanati".


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Alcuni dei migranti sopravvissuti

Così un superstite ha raccontato a Kathimerini gli ultimi istanti del naufragio, che ha causato 81 vittime accertate mentre i dispersi potrebbero essere più di 550. La testimonianza è di uno dei nove superstiti ascoltati come testimoni dall'Autorità portuale di Kalamata: tutti hanno confermato, con lievi variazioni nella ricostruzione, che il naufragio sarebbe stato causato dalla motovedetta della Guardia costiera greca, dopo il tentativo di trainare il peschereccio con una cima.

Le parole di chi c'è ancora

Uno dei sopravvissuti ha infatti descritto le turbolenze in acqua causate dal tentativo di rimorchio dell'imbarcazione sovraccarica. "L'hanno tirata con forza per due o tre minuti e tutti hanno fischiato perché si fermassero, perché tiravano forte e creavano tutte queste onde", ha raccontato. Un altro ha aggiunto: "Per i primi minuti siamo andati avanti, ma poi la guardia costiera ha girato a destra ed è così che la nave si è ribaltata".


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L’abbraccio tra un sopravvissuto e il fratello, immagine simbolo della tragedia

La versione ufficiale scricchiola

Testimonianze che confutano la versione ufficiale della Guardia costiera, che ha ammesso di avere agganciato l'imbarcazione solo per pochi minuti, per accertarsi della situazione a bordo, prima del naufragio. E proprio l'operato della Guardia costiera ha infiammato, oggi, lo scontro politico in vista delle elezioni per eleggere il nuovo governo che si terranno in Grecia domenica prossima. "È molto triste quello che sta accadendo negli ultimi giorni con la Guardia costiera che viene presa di mira da Syriza per il tragico naufragio di Pylos. Ed è davvero molto spiacevole vedere esattamente gli stessi argomenti riprodotti dalla Turchia e dalla propaganda turca", ha attaccato il segretario di Nea Dimokratia ed ex premier, Kyriakos Mitsotakis, durante un comizio nella città di Polygyros, nella Macedonia centrale.

Bruxelles irritata

Sulla vicenda del naufragio è tornata anche Bruxelles, con la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen che ha definito "orribile" quanto accaduto e ha ricordato che è necessario agire in modo "urgente" sia sul "quadro delle regole" che "con azioni dirette e concrete" per gestire il fenomeno migratorio. Le indagini delle autorità greche sui presunti scafisti intanto proseguono: nove cittadini egiziani, tra i 20 e i 40 anni, accusati tra l'altro di traffico di esseri umani e organizzazione criminale, sono stati ascoltati in giornata dagli inquirenti.

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