Circa 2'000 le persone tratte in salvo nel Mediterraneo in quattro giorni, mentre il governo italiano vuole irrigidire le norme sull'immigrazione
Sono molteplici i soccorsi svolti dalla Guardia Costiera italiana, che sta operando in diversi scenari, tra cui a largo dell’isola di Lampedusa e nel mar Ionio. Secondo wesud.it, elle operazioni di soccorso, da venerdì a oggi, circa 2'000 sono le persone tratte in salvo. Stando ai dati diffusi dal ministero dell'interno italiano, dall'inizio dell'anno sono oltre 14 mila i migranti sbarcati a Lampedusa, contro i 5'300 dello stesso periodo dello scorso anno e i 4'300 del 2021.
A questi si aggiungono i soccorsi, ancora in atto, coordinati dal Centro Nazionale del Soccorso Marittimo della Guardia Costiera a favore di un peschereccio con circa 800 migranti a bordo, intercettati a oltre 120 miglia a Sud-Est di Siracusa. Il salvataggio, reso complesso a causa del sovraccarico di migranti a bordo, si sta svolgendo in queste ore; a coordinare le operazioni in mare è Nave Peluso della Guardia Costiera con il supporto di tre motovedette Sar (che agiscono nell'area sotto la responsabilità delle autorità nazionali, ndr.) classe 300 della Guardia Costiera e l’assistenza di una nave mercantile presente in zona.
Sono circa 400, invece, i migranti presenti a bordo di un secondo peschereccio, segnalato anche da Alarm Phone e intercettato da nave Diciotti della Guardia Costiera, attualmente in area Sar italiana a circa 170 miglia a Sud-Est di Capo Passero, a largo della Calabria ionica. La nave sta eseguendo in queste ore le operazioni di soccorso. Sul posto due unità mercantili in assistenza. A supporto delle operazioni di ricerca e soccorso in mare di questi giorni anche mezzi aerei Guardia Costiera e Frontex.
Per domani è stato convocato un vertice. Parola d'ordine è "stringere" le norme ora in vigore sull'immigrazione – in particolare sulla protezione speciale che agisce sui richiedenti asilo e sui rimpatri degli irregolari – perché siano un vero deterrente contro gli arrivi di migranti in Italia. Su questo sta lavorando il governo che, dopo aver annunciato di voler presentare propri emendamenti al decreto varato dopo il naufragio di Cutro, domani intorno alle 14.30 al Viminale vedrà – rappresentato dal sottosegretario Nicola Molteni – i capigruppo di maggioranza, il presidente della prima commissione del Senato, Alberto Balboni e il relatore Andrea De Priamo.
Nessun passo indietro, al momento, né generiche riformulazioni del testo. L'esecutivo punterebbe, invece, a rafforzare la stretta annunciata dalla premier Meloni dopo la tragedia calabrese in cui morirono 93 persone, condivisa dalla Lega e apertamente rivendicata dal ministro Matteo Piantedosi. E sceglie di farlo attraverso emendamenti che portino la firma del governo – tutto, non solo di una parte – forse anche per dare un segnale di compattezza della maggioranza oltre i confini nazionali.
Dopo il confronto al Viminale la parola passerà – alle 18 – alla commissione Affari costituzionali del Senato. Molteni ha già spiegato che i nuovi emendamenti serviranno "per affrontare le ulteriori questioni emerse dopo l'emanazione del decreto, tenuto conto della particolare rilevanza del flusso migratorio in atto". Come riferiscono fonti vicine a chi segue il dossier, saranno poche correzioni al decreto, quasi chirurgiche, ma capaci di rafforzare la linea ‘stop partenze’ e lotta agli scafisti. A maggior ragione con l'aumento di barchini sulle coste italiane negli ultimi giorni, e che non si fermeranno nei prossimi mesi.
Sul piede di guerra le opposizioni, schierate al Senato con un centinaio di emendamenti e protagoniste di una protesta, giorni fa, contro una riformulazione del governo introdotta per garantire i rimpatri dei migranti arrivati illegalmente, in cambio di maggiori quote del decreto flussi con i Paesi interessati.