regno unito

La Scozia si affida a Yousaf

Il nuovo leader dell’Snp evoca l'indipendenza ma il partito è spaccato. Tocca a lui il ruolo di Prime minister

Humza Yousaf (Keystone)

Un nuovo volto di radici etniche pachistane per cercare di far uscire dallo stallo la sfida sulla secessione da Londra nel braccio di ferro contro un governo centrale britannico affidato ora a un conservatore di ascendenze indiane come Rishi Sunak. Gli indipendentisti scozzesi dello Scottish National Party (Snp) hanno scelto Humza Yousaf, 38 anni non ancora compiuti, per la successione a leader della forza di maggioranza e first minister entrante del governo locale di Edimburgo a Nicola Sturgeon, dimessasi a sorpresa per sfinimento a febbraio dopo quasi un decennio di dominio incontrastato della scena.

Origini pakistane

Una scelta che fa salire per la prima volta alla testa dell'indocile nazione del nord del Regno Unito il figlio di una famiglia d'immigrati asiatici e islamici, dopo l'approdo storico cinque mesi fa al numero 10 di Downing Street di Sunak. Ma che in realtà premia il candidato più allineato alla nomenklatura di partito che ha controllato le leve del potere interno all'Snp negli ultimi 10 anni rispetto alla maggiore discontinuità da Sturgeon incarnata dalle pretendenti rivali Kate Forbes, giovanissima ministra delle Finanze neppure 33enne, e Ash Regan. Non senza spaccare pressoché a metà la base nel risultato del voto interno.

Yousaf, nato a Glasgow il 7 aprile 1985 da padre pachistano e madre originaria del Kenya ma di famiglia pure asiatica, è stato eletto con il 52,1% dei suffragi al ballottaggio decisivo, contro quasi il 49% di Forbes; dopo che in prima battuta aveva raccolto circa il 48% dei voti espressi da 50.500 militanti su poco più di 72.000 iscritti (70% di affluenza).

Sturgeon approva

"Sarà un leader straordinario", ha tirato alla fine il fiato Sturgeon, che aveva evitato endorsement diretti durante la corsa, ma facendo implicitamente filtrare una preferenza pro Humza per bocca del proprio fedelissimo braccio destro ed ex vicepremier John Swinney. Yousaf è del resto visto come una figura leale verso la dama di ferro dimissionaria della politica scozzese recente. Laureato in scienze politiche all'università di Glasgow, è stato in gioventù animatore dell'Unione degli studenti musulmani e attivista contro la guerra in Iraq.

Scalata politica

Unitosi ventenne alla causa dello Scottish National Party, ha poi scalato rapidamente i gradini fino a diventare nell'era Sturgeon ministro della Giustizia locale, dal 2018, e quindi titolare della Sanità dall'emergenza Covid in avanti. Sempre in veste di sostenitore della strategia imposta da lady Nicola sull'indipendenza e difensore dichiarato della sua accentuazione della matrice radical-progressista del partito su temi quali le priorità sociali, i matrimoni gay o la controversa legge sul libero cambiamento anagrafico di genere sessuale (Gender Recognition Act) dai 16 anni in su. Legge, questa, bloccata in ultimo dal veto costituzionale di Londra e contestata peraltro sia da Forbes (più tradizionalista in materia di diritti civili in forza dell'adesione alla fede evangelica della Chiesa indipendente di Scozia) sia da Regan (con argomenti femministi).

Un nuovo percorso

Durante la campagna elettorale, Yousaf ha in ogni caso ammesso la necessità di ricalibrare ora tempi e modi della sfida separatista (spostando a non prima del 2028 la scadenza già evocata da Sturgeon per il 2024): alla luce sia del fallimento del tentativo di ricorso alla Corte Suprema di Londra per ottenere il placet a un referendum bis dopo quello perduto nel 2014; sia del calo delle simpatie esplicite pro divorzio sino a un 40% scarso di scozzesi, ultimi sondaggi alla mano.

Mentre nel discorso d'accettazione di una leadership destinata a garantirgli domani il voto di fiducia sulla nomina a nuovo first minister della maggioranza dell'assemblea parlamentare di Holyrood, a Edimburgo, ha insistito sul tasto dell'unità interna (con probabile ruolo di governo chiave a Forbes) come premessa per provare a raggiungere la meta dell'indipendenza. Traguardo che secondo Downing Street non è più in agenda per la generazione attuale. Ma che Humza Yousaf ha ribadito essere il suo vero obiettivo, seppure in un percorso tutto da ricostruire.

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