Secondo i giudici di Milano è certa la ‘strumentalità della condotta’ che ha causato le patologie di cui soffre l'anarchico in sciopero della fame da mesi
Il Tribunale di sorveglianza di Milano ha rigettato l'istanza della difesa di Alfredo Cospito e dunque l'anarchico resta al 41 bis nel reparto protetto del San Paolo di Milano. Nel provvedimento i giudici di sorveglianza rigettano l'istanza "di differimento della pena nella forma della detenzione domiciliare e quella di collocazione permanente nel reparto di medicina protetta dell'ospedale San Paolo di Milano". La richiesta di collocazione permanente era stata sollecitata dal procuratore generale.
Nell'atto con cui è stata respinta la richiesta si afferma che "la strumentalità della condotta che ha dato corso alle patologie oggi presenti è assolutamente certa". Per i giudici la condizione sanitaria di Cospito "non si palesa neppure astrattamente confliggente con il senso di umanità della pena, avuto riguardo alle condizioni oggettive del detenuto". Condizioni, rilevano i giudici, "che, certamente precarie e a grave rischio, sono il frutto di una deliberata e consapevole scelta e attraverso l'ubicazione nel reparto ospedaliero dove si trova possono essere monitorate nel modo più attento".
Analoga decisione è stata presa anche dal Tribunale di sorveglianza di Sassari. I giudici hanno respinto la richiesta di differimento pena in arresti domiciliari presentata per gravi motivi di salute dagli avvocati difensori, Maria Teresa Pintus e Flavio Rossi Albertini. I legali avevano indicato come residenza per gli eventuali arresti domiciliari la casa della sorella di Cospito, a Viterbo. La decisione dei giudici è stata notificata questa mattina al pool della difesa.