la guerra in ucraina

Jet russo intercettato in Estonia

Tensione nei cieli europei, ma Usa e Russia si parlano. Telefonata Mosca-Washington

Jet russo in azione (Keystone)

Continuano i pericolosi incroci tra velivoli russi e della Nato nei cieli d’Europa, dopo l’incidente di ieri che ha portato alla distruzione di un drone americano sul Mar Nero. Due caccia, uno britannico e uno tedesco, hanno intercettato un aereo militare russo da rifornimento che volava vicino all’Estonia.

La conversazione

Ma in serata, nel tentativo di riportare le tensioni sotto il livello di guardia, i ministri della Difesa di Mosca e Washington si sono parlati al telefono. La conversazione, che secondo i russi è avvenuta su richiesta americana, non ha tuttavia smorzato i toni della polemica su quanto avvenuto ieri nei cieli del Mar Nero. "Sembra che la parte americana cerchi costantemente una sorta di provocazione per intensificare i suoi approcci conflittuali", è stata l’accusa lanciata dal ministro degli Esteri di Mosca Serghei Lavrov, secondo il quale Washington deve capire i rischi insiti in "qualsiasi incidente che provochi uno scontro tra due potenze nucleari".

Sono gli Stati Uniti, ha rincarato Lavrov, ad aver provocato l’incidente del drone "ignorando le restrizioni ai voli" introdotte con la guerra in alcune aree lungo il Mar Nero. Restrizioni che evidentemente gli Usa non accettano: i mezzi aerei di Washington continueranno a volare "là dove lo permette la legge internazionale", ha detto il segretario alla Difesa americano Lloyd Austin al suo omologo russo Serghei Shoigu. Semmai, ha sottolineato, sono i russi che devono pilotare i loro aerei in modo più "sicuro".

Il tracciamento

Oggi, comunque, il sito di tracciamento aereo Flightradar24 non ha mostrato i consueti sorvoli di aerei o droni Usa sul Mar Nero, ma un Boeing P-8A Poseidon americano proveniente dalla base di Sigonella impegnato nel pattugliamento della costa rumena. Intanto tra Washington e Mosca è partita la gara a chi riuscirà a recuperare il relitto del drone, un MQ-9 Reaper da ricognizione che secondo i media americani era decollato da una base Nato in Romania. "Abbiamo fatto del nostro meglio per ridurre al minimo qualsiasi valore di intelligence che potrebbe derivare se qualcun altro mette le mani su quel drone", ha assicurato il portavoce della Casa Bianca John Kirby, mentre la Russia ha fatto sapere che cercherà di ripescare dal Mar Nero quel che resta del velivolo per poterlo studiare.

Un nuovo brivido è stato provocato stamane da una notizia della Bbc sull’intercettazione di un aereo militare russo sull’Estonia. Qualche ora più tardi il ministero della Difesa di Londra ha precisato che il velivolo si trovava fuori dallo spazio aereo estone, e che l’allarme era stato provocato dal suo rifiuto di comunicare con il controllo aereo di Tallinn. Secondo la stessa fonte, si trattava di un aereo da rifornimento Il-78 Midas in volo verso Kaliningrad, il territorio russo incastonato tra la Lituania e la Polonia. Non è escluso che dovesse partecipare alle manovre militari compiute su Kaliningrad da una decina di jet russi Su-27 e Su-30SM, di cui ha parlato il ministero della Difesa di Mosca.

Altri punti caldi

Altre esercitazioni sono state avviate oggi da navi russe, cinesi e iraniane nelle acque del Golfo di Oman. Sul terreno intanto Yevgeny Prigozhin, capo delle milizie Wagner, ha affermato che i russi hanno conquistato un’altra località nei pressi di Bakhmut, quella di Zaliznyanskoye, mentre Austin ha annunciato che continua a crescere il numero di Paesi pronti a fornire carri armati Leopard a Kiev. Ora sono nove gli Stati che intendono trasferire più di 150 tank, ha precisato il capo del Pentagono, ringraziando vari Paesi per i loro contributi, tra cui l’Italia.

La Russia "sta esaurendo le capacità militari e gli amici", ha commentato il capo del Pentagono parlando dopo il decimo incontro del gruppo di contatto sull’Ucraina. Sul fronte interno russo il sito di notizie Ura-ru ha scritto che a partire dal primo aprile comincerà l’arruolamento di 400’000 soldati professionisti, nell’ambito di un piano annunciato recentemente per aumentare di circa un terzo il numero totale degli effettivi entro il 2026, per arrivare a 1,5 milioni. Di questi, circa la metà dovrebbero essere appunto professionisti. Ancora "non è in discussione" invece un’eventuale nuova ondata di arruolamenti nell’ambito della mobilitazione militare parziale introdotta nel settembre scorso, ha assicurato il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov

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