Battuto nettamente Majorino. Vittoria netta della destra alle regionali anche nel Lazio
Una "vittoria di squadra" per un risultato "abbastanza chiaro". È soddisfatto il presidente della Lombardia, Attilio Fontana, riconfermato in trionfo per un secondo mandato alle regionali. Il governatore sfonda il muro del 50% e si dice contento del fatto che i cittadini abbiano compreso "la nostra capacità di affrontare momenti difficili e complicati". Il riferimento è alla pandemia e non a caso anche la Lega esulta, parlando di un successo ottenuto "dopo il fango gettato negli anni dalle opposizioni". Respira il Carroccio che tiene nonostante la netta affermazione di Fratelli d’Italia: "Mi fa molto piacere - commenta Fontana parlando del suo partito - è la dimostrazione che il radicamento sul territorio paga sempre".
Per fare la giunta bisognerà fare i conti con l’avanzata di Fdi, che ha già dato "per scontato" la vicepresidenza e insiste per la delega alla Sanità e per la presidenza del Consiglio regionale. "È evidente che gli equilibri cambieranno nel rispetto della coalizione - avverte la ministra Daniela Santanchè - I risultati sono netti per chi è la forza trainante della coalizione, la nostra alleanza, il destra centro, convince sempre di più. Poi parleremo della giunta, vogliamo che sia competitiva e faremo la nostra parte". "Valuteremo a bocce ferme", cambia discorso Fontana rammaricato solo per il dato relativo all’astensione: "Bisogna smettere di delegittimare la politica - afferma - credo sia l’aspetto più grave su cui siamo tutti responsabili".
Le liste d’attesa e gli interventi sulle ferrovie saranno le priorità del secondo mandato del presidente, che ha assicurato che nei primi cento giorni metterà in campo un grande piano infrastrutture coordinato con il governo. Due le opere prioritarie: il completamento dell’autostrada Pedemontana e l’autostrada Cremona-Mantova. Il punto d’arrivo, invece, saranno le Olimpiadi invernali di Milano-Cortina del 2026.
"Credo che gli elettori meritassero una coalizione unita", il commento a caldo dello sfidante del centrosinistra e del M5s, Pierfrancesco Majorino. Motivo per cui "ritengo che la scelta del Terzo polo di rompere l’accordo con noi sia stata davvero sbagliata e fallimentare" e comunque "mi pare evidente che, se erano stati la novità delle politiche, queste elezioni gli fanno prendere un colpo pazzesco". Majorino, però, fa anche mea culpa e invita il centrosinistra "a scegliere mesi e mesi prima i candidati".
Non molla nemmeno Letizia Moratti, nonostante un risultato deludente soprattutto per il Terzo polo, con il segretario regionale di Azione Niccolò Carretta che si dimette parlando di "scelte incomprensibili": "Continuerò con i candidati - spiega invece l’ex sindaco di Milano che non entrerà in consiglio -faremo un punto a brevissimo: sono convinta che ci sia spazio per una proposta politica nuova che partirà dalla Lombardia". Amaro anche il risultato di Mara Ghidorzi, candidata di Unione Popolare, anche se, assicura, "per noi l’importante era esserci".
Il risultato è netto e senza appello: Francesco Rocca con il 49.51 per cento (a un quinto di sezioni scrutinate) è il nuovo governatore che dopo dieci anni riporta il centrodestra alla guida della Regione Lazio. Una investitura larga e inequivocabile, nonostante un’affluenza del 37,2 (che a Roma piomba al record negativo del 33,1, facendo mancare la consueta compensazione sulle province), che ora dà all’ex capo della Croce Rossa il mandato per mettere mano ai dossier più caldi di via Cristoforo Colombo: la gestione dei rifiuti, i rapporti con il Governo sull’autonomia e la sanità.
Per il candidato del centrosinistra, di fatto non c’è stata partita: si è fermato al 36.53 per cento. E anche la candidata del M5s Donatella Bianchi non ha fatto faville e resta all’11,87% che, sebbene la politica non sia mai aritmetica pura, anche sommato al risultato del centrosinistra non avrebbe consentito il sorpasso. "Ho combattuto come un leone, il vero sconfitto è il M5s - ha affermato D’Amato - Conte dovrà riflettere". M5s in effetti è passato dal 22% del 2018 al 9.68% mentre il Pd sembra tenere al 21%.