medio oriente

Attacco a Gerusalemme, un bimbo tra i 2 israeliani uccisi

Palestinese lancia l’auto sulla folla, risale la tensione

Il luogo dell’attentato (Keystone)
10 febbraio 2023
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Torna il terrore a Gerusalemme, dove un bambino di 6 anni e un uomo di 20, entrambi israeliani, sono stati uccisi in un attentato palestinese che ha causato anche cinque feriti. Un attacco che ha rialzato la tensione mai sopita in queste ultime settimane dopo altri sanguinosi attentati, come quello del 27 gennaio in cui furono uccisi 7 israeliani nei pressi di una sinagoga in pieno shabbat.

Stamattina il terrorista ha lanciato l’auto (una Mazda blu) contro un gruppo di persone in attesa a una fermata dell’autobus nel rione di Ramot, quartiere ebraico della parte est della città. Sul selciato sono rimasti il minore di 6 anni (i funerali si sono già svolti) e Alter Shlomo Lederman di 20, studente di una scuola ebraica, sposatosi due mesi fa. Tra i feriti, secondo le informazioni ci sono altri due bambini: uno di 8 anni che versa in condizioni critiche e un altro di 10 con ferite leggere.

Identificato

L’autore dell’attentato è stato identificato dalla polizia in Hussein Karake, 31 anni, residente nel rione arabo di Issawie a Gerusalemme est e con residenza israeliana. Non si sa se abbia affiliazioni politiche. Secondo la polizia è stato colpito a morte da un agente, in quel momento fuori servizio, che si trovava sul posto anche se sul luogo c’erano - come si vede in video diffusi sui social - diversi civili armati. "È stata una scena difficile - ha raccontato Dovi Weinstern, membro dell’organizzazione volontaria Zaka - con un terrorista che aveva colpito con violenza una fermata di autobus dove c’erano molte famiglie. Quando siamo arrivati c’era confusione: gente e bambini abbigliati con i vestiti dello shabbat stesi a terra vicino la fermata, alcuni sofferenti per le gravi ferite e grida di aiuto da tutte le parti".

Riunione di sicurezza

Il premier Benyamin Netanyahu ha fatto sapere di aver immediatamente convocato una riunione di sicurezza e di aver ordinato un aumento delle forze sul campo. Al tempo stesso ha dato disposizioni di apporre i sigilli alla casa di Karake, mossa che precede l’immediata demolizione dell’abitazione in base alle nuove norme approvate dal governo dopo l’attentato del 27 gennaio scorso. Tuttavia, secondo i media, l’abitazione in cui viveva il palestinese a Issawie sarebbe in affitto. Da Gaza Hamas si è felicitata dell’attacco definendolo "un’operazione eroica".

Anche la Jihad islamica ha diffuso un messaggio analogo e ha incitato i palestinesi di Cisgiordania e di Gerusalemme a moltiplicare gli attacchi. Il ministro della Sicurezza nazionale Itamar Ben Gvir - che secondo i media è stato contestato sul posto dell’attentato al grido di ‘morte ai terroristi’ - ha annunciato di aver dato istruzioni alla polizia di prepararsi da domenica prossima ad una riedizione a Gerusalemme est dell’operazione ‘Scudo protettivo’ che fu attuata nel 2002 dall’esercito israeliano in Cisgiordania durante la Seconda Intifada. Poi ha ordinato posti di blocchi attorno al quartiere di Issawiya per "deterrenza" e ulteriori controlli.

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